Vescovi croati: opporsi all'esposizione del Crocifisso mette a rischio "identità e
valori"
Mentre a Strasburgo è iniziata l’udienza per il riesame del pronunciamento della Corte
europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso, scendono in campo anche i vescovi croati.
“La presenza dei simboli religiosi cristiani, in particolare della croce che rispecchia
i sentimenti religiosi dei cristiani di tutte le denominazioni – affermano i presuli
in una nota ripresa dall'agenzia Sir – non intende escludere nessuno, ma esprime una
tradizione che tutti conoscono e ne riconosce l’alto valore e il ruolo di catalizzatore
di dialogo con tutte le persone di buona volontà”. Il crocifisso, proseguono i vescovi,
“non impone una religione, ma esprime il più alto grado di altruismo e generosità,
e la più profonda solidarietà offerta a tutti”. Per questo i presuli si dicono convinti
che “le società di tradizione cristiana non dovrebbero opporsi all’esposizione pubblica
dei simboli religiosi, in particolare nei luoghi deputati all’educazione dei loro
figli”. In caso contrario, concludono i membri della Conferenza episcopale croata,
queste società “potrebbero non essere in grado di trasmettere alle future generazioni
la propria identità e i propri valori”, “entrerebbero in contraddizione con se stesse
e rigetterebbero il vivo patrimonio spirituale e culturale nel quale trovano le loro
radici e la propria apertura al futuro”. (R.P.)