2010-06-30 14:58:54

El Salvador: appello della Chiesa dopo le violenze contro il trasporto pubblico


La violenza delle temute "maras" (bande di giovani) del Centro America continua a produrre morti nella capitale salvadoregna di El Salvador. Nel pomeriggio di domenica 20 giugno, 17 persone sono state uccise in attentati contro i mezzi pubblici; di esse 14 sono addirittura state bruciate vive. Secondo le autorità, altre 3 persone sono state uccise con colpi di armi da fuoco e almeno 15 sono state ferite in due attacchi nella zona nord della capitale, nel comune di Messicani. La radice del problema è nota: le estorsioni nei confronti del trasporto pubblico. Solo quest’anno si contano 80 lavoratori assassinati e 15 autobus bruciati, mai comunque erano giunti ad incendiare un autobus con i passeggeri dentro, come avvenuto il 20 giugno. Dopo il primo caso dell’autobus incendiato, - riferisce l'agenzia Fides - alcuni membri di una banda hanno fermato un altro autobus sullo stesso percorso e hanno aperto il fuoco sui passeggeri, due ragazze e un uomo sono stati uccisi. Il presidente di El Salvador, Mauricio Funes, ha annunciato l'arresto di 7 persone per il loro presunto coinvolgimento negli attentati, atti che ha descritto come "puro terrorismo". L'arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar Alas, ha ringraziato le autorità per aver preso l'iniziativa di agevolare la via giuridica per poter meglio lottare contro la criminalità, osservando che la lotta contro questa piaga deve essere accompagnata da progetti generali per il reinserimento sociale dei delinquenti. L'arcivescovo ha parlato nella consueta conferenza stampa che tiene ogni domenica, e tra l’altro ha detto: “Siamo lieti che il governo prenda parte attiva nella vicenda e che parli di semplificare la via giuridica per rafforzare l'autorità, ma bisogna andare fino in fondo, proponendo piani realmente operativi, azioni concrete, rapide, che veramente possano controllare la situazione”. Anche la popolazione delle località vicine al luogo dove si sono verificati questi episodi violenti ha manifestato pubblicamente: sabato 26 giugno oltre cinquecento salvadoregni hanno marciato per chiedere la fine della violenza. La marcia, durante la quale i partecipanti indossavano vestiti bianchi e portavano striscioni, si è svolta nel comune di Mejicanos, area in cui si sono verificati i fatti, situato a circa tre chilometri da San Salvador. Insieme ai residenti c'erano anche studenti e altre persone dei comuni adiacenti di Cuscatancingo e Ayutuxtepeque. (R.P.)







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