2010-06-28 14:50:19

La Chiesa indonesiana si interroga su giovani, morale e nuovi mass-media


“Per i giovani indonesiani le nuove tecnologie e i nuovi mass-media sono come un ‘nuovo altare’, un luogo a cui dedicano tutta la loro passione e la loro vita: la missione della Chiesa oggi non può prescindere da questo fenomeno”: è quanto dice all’agenzia Fides mons. Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, neo-arcivescovo di Giacarta – appena subentrato al cardinale Julius Riyadi Darmaatmadja – commentando le ultime vicende di costume che agitano l’opinione pubblica del Paese, specialmente quella giovanile. Nei giorni scorsi uno dei “miti pop” per i giovani indonesiani, il cantante Nazril “Ariel” Irham, è stato arrestato dalla polizia per violazione della legge anti-pornografia: l’accusa è la diffusione di video a sfondo sessuale, che coinvolgono il cantante con altre due celebri modelle. I videopclip in questione hanno avuto nel paese larghissima diffusione grazie alle nuove tecnologie: sms, blog, social network e il web. La vicenda ha scosso la società indonesiana, ha provocato un dibattito politico sulla necessità di filtrare i contenuti di Internet, ha generato anche la protesta di gruppi fondamentalisti islamici: militanti del “Hizbut Tahrir” nei giorni scorsi sono scesi in corteo nel centro di Giacarta chiedendo “l’applicazione della sharia e la lapidazione degli adulteri”. Secondo alcuni sociologi, in questa vicenda si nota “un mondo giovanile in fermento e in rapido mutamento”. “Questo e altri episodi – spiega a Fides l’arcivescovo di Giacarta – ci fanno capire che la Chiesa deve continuare e prestare grande attenzione al mondo giovanile. Certo, vi è grande differenza, a livello sociologico, fra i giovani delle grandi città, come Giacarta, e quelli delle aree rurali. La pastorale giovanile della Chiesa indonesiana tiene conto di tali differenze: le diocesi istituiscono centri giovanili per accompagnarli nella crescita e nello sviluppo personale”. Due fenomeni spiccano, a detta di mons. Suharyo: “Il grande bisogno di spiritualità che i giovani manifestano; l’importanza delle nuove tecnologie che sono inscindibili dalla loro vita di ogni giorno. I nuovi mass-media racchiudono, come ogni strumento, una possibilità di bene ma anche i rischi di un uso perverso. La Chiesa indonesiana oggi si trova davanti a questa sfida, come ha ripetuto più volte il Santo Padre”. Generalmente, l’arcivescovo è molto fiducioso nei giovani indonesiani, che vede “aperti al dialogo, pronti a mettersi in discussone, attenti ai valori”. (R.P.)







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