La Chiesa indonesiana si interroga su giovani, morale e nuovi mass-media
“Per i giovani indonesiani le nuove tecnologie e i nuovi mass-media sono come un ‘nuovo
altare’, un luogo a cui dedicano tutta la loro passione e la loro vita: la missione
della Chiesa oggi non può prescindere da questo fenomeno”: è quanto dice all’agenzia
Fides mons. Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, neo-arcivescovo di Giacarta – appena subentrato
al cardinale Julius Riyadi Darmaatmadja – commentando le ultime vicende di costume
che agitano l’opinione pubblica del Paese, specialmente quella giovanile. Nei giorni
scorsi uno dei “miti pop” per i giovani indonesiani, il cantante Nazril “Ariel” Irham,
è stato arrestato dalla polizia per violazione della legge anti-pornografia: l’accusa
è la diffusione di video a sfondo sessuale, che coinvolgono il cantante con altre
due celebri modelle. I videopclip in questione hanno avuto nel paese larghissima diffusione
grazie alle nuove tecnologie: sms, blog, social network e il web. La vicenda ha scosso
la società indonesiana, ha provocato un dibattito politico sulla necessità di filtrare
i contenuti di Internet, ha generato anche la protesta di gruppi fondamentalisti islamici:
militanti del “Hizbut Tahrir” nei giorni scorsi sono scesi in corteo nel centro di
Giacarta chiedendo “l’applicazione della sharia e la lapidazione degli adulteri”.
Secondo alcuni sociologi, in questa vicenda si nota “un mondo giovanile in fermento
e in rapido mutamento”. “Questo e altri episodi – spiega a Fides l’arcivescovo di
Giacarta – ci fanno capire che la Chiesa deve continuare e prestare grande attenzione
al mondo giovanile. Certo, vi è grande differenza, a livello sociologico, fra i giovani
delle grandi città, come Giacarta, e quelli delle aree rurali. La pastorale giovanile
della Chiesa indonesiana tiene conto di tali differenze: le diocesi istituiscono centri
giovanili per accompagnarli nella crescita e nello sviluppo personale”. Due fenomeni
spiccano, a detta di mons. Suharyo: “Il grande bisogno di spiritualità che i giovani
manifestano; l’importanza delle nuove tecnologie che sono inscindibili dalla loro
vita di ogni giorno. I nuovi mass-media racchiudono, come ogni strumento, una possibilità
di bene ma anche i rischi di un uso perverso. La Chiesa indonesiana oggi si trova
davanti a questa sfida, come ha ripetuto più volte il Santo Padre”. Generalmente,
l’arcivescovo è molto fiducioso nei giovani indonesiani, che vede “aperti al dialogo,
pronti a mettersi in discussone, attenti ai valori”. (R.P.)