Il prof. Weiler sul Crocifisso: insegnare la pluralità significa anche rispettare
la religione e i suoi simboli
Sempre più intenso il dibattito sulla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche.
La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo è chiamata a pronunciarsi con
la "Grande Chambre", composta cioè da 17 giudici invece dei 7 di prima istanza, il
30 giugno prossimo. In quella data prenderà in considerazione anche i ricorsi presentati
contro la sentenza di una Camera della stessa Corte. Il prof. Joseph Weiler,
esperto di Diritto internazionale ed europeo, sottolinea al microfono di Luca Collodi
come il Crocifisso sia prima di tutto un simbolo religioso: R. – Per quanto
riguarda la posizione italiana, nell’originale ricorso dello Stato sono rimasto deluso,
perché l’Italia nella difesa ha insistito sul fatto che il Crocifisso è un simbolo
culturale e nazionale, non un simbolo religioso. Prima di tutto, questo è falso; e
poi non è importante soltanto vincere: è importante come si vince, su quale base! D.
– Lei, negli Stati Uniti, è un uomo di responsabilità nella comunità ebraica ma è
anche un esperto giurista. Rappresenta una decina di Paesi che hanno fatto ricorso
contro questa sentenza…
R. – Io non vorrei vincere questa causa sulla
base del fatto che il Crocifisso non è un simbolo religioso ma culturale. Non vorrei
che passasse il principio: “Se fosse un simbolo religioso non sarebbe legittimo”.
Soltanto perché non lo è allora possiamo averlo nelle aule. Basare la difesa su questo
fatto, secondo me, sarebbe stato autolesionista. Quale deve essere allora la posizione?
Una volta per sempre è necessario smontare quell’argomento vecchio, che forse era
vero in America 200 anni fa, secondo cui il "muro vuoto" della classe rappresenta
la neutralità. In una società tipo quella americana di 200 anni fa, tutti erano religiosi:
c’erano protestanti, cattolici, ebrei ... Solo in questa realtà sociale nessun simbolo
è neutrale, perché non scelgo tra cattolici e protestanti, fra ebrei e musulmani.
Ora, però, la divisione principale nella nostra civiltà è tra religiosi e non religiosi.
L’imperativo è di insegnare ai nostri figli e figlie la pluralità, la tolleranza.
Il religioso deve rispettare il laico e il laico deve rispettare il religioso. E questo
non si fa eliminando la Croce dal muro della classe.