2010-06-24 14:50:57

Pakistan: nuovo rapporto dei vescovi sulle minoranze religiose


Il trend delle violenze contro le minoranze religiose “è in constante crescita nel 2009-2010”, la legge sulla blasfemia è “una spada di Damocle sulle minoranze”; la libertà religiosa “è ridotta a un mito”, e “di fronte all’ apatia del governo, urgono azioni per proteggere i diritti umani in Pakistan”: è quanto afferma il nuovo Rapporto annuale sulle minoranze religiose in Pakistan 2009-2010, presentato e diffuso dalla Commissione “Giustizia e Pace”, in seno alla Conferenza episcopale del Pakistan. Il Rapporto, riferisce l’agenzia Fides, esamina con dati ed episodi circostanziati il fenomeno della discriminazione sociale e dell’intolleranza religiosa che vigono nel Paese. “E’ un lavoro di documentazione che raccoglie tutte le informazioni sulle difficili condizioni delle minoranze religiose e in particolare dei cristiani. I problemi principali sono legati alla legge sulla blasfemia, alle conversioni forzate, alle discriminazioni, alle violenze, all’erosione della libertà religiosa. Il quadro che emerge è davvero critico e merita una grande attenzione in Pakistan e fuori dal Paese”, spiega all’agenzia Fides padre Emmanuel Yousaf Mani, direttore della Commissione “Giustizia e Pace”. Uno dei capitoli è dedicato ai danni provocati dalla “legge sulla blasfemia”, “una legge che costituisce una nostra grande preoccupazione – afferma padre Mani – perchè è ingiusta e sbagliata e fa soffrire molti tramite accuse totalmente false. L’ultimo caso del cattolico Rehmat Masih, 73enne di Faisalabad, è esemplare in proposito. Ma gli abusi sono quotidiani: per questo abbiamo lanciato una vigorosa campagna abolizionista. La società civile in Pakistan - osserva il direttore - appoggia questa campagna. Il 95% della comunità musulmana ci sostiene. Solo una ristretta minoranza estremista è contraria. Tale piccola minoranza ha il potere di condizionare e determinare le politiche nazionali perché i politici, nel governo e nel Parlamento, sono coinvolti e ne subiscono l’influenza. I gruppi fondamentalisti usano anche mezzi intimidatori. Fatto sta che manca la volontà politica di abolire tale legge”. Secondo il Rapporto, gli abusi della legge sulla blasfemia continuano a ritmi alti in tutto il Paese: nel 2009 i casi registrati sono stati 112, che hanno colpito 57 ahmadi, 47 musulmani e 8 cristiani. In totale fra il 1987 (da quando è in vigore) e il 2009 sono 1.032 le persone ingiustamente colpite. In aumento anche gli episodi diretti di intolleranza religiosa: 9 attacchi a chiese e insediamenti cristiani, alcuni molto gravi (a Gojra, Sialkot e Kasur) che hanno causato morti e feriti. Il Rapporto si sofferma poi sulle proprietà ingiustamente sottratte alle minoranze non musulmane (ne fanno le spese chiese, templi , cimiteri e istituti appartenenti ai cristiani o ad altre comunità religiose). Un capitolo è dedicato all’erosione della libertà religiosa, che avviene nella totale disinformazione dell’opinione pubblica: negati alle minoranze i permessi per costruire luoghi di culto; minacce ai musulmani che vorrebbero convertirsi ad altre fedi. Infine nel 2008 sono stati 414 i casi di conversioni forzate di cristiani e di altri credenti all’islam e, in totale, nel periodo 2005-2009 i casi censiti – che sono solo la punta di un iceberg – sono 622. (R.P.)







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