Pakistan: nuovo rapporto dei vescovi sulle minoranze religiose
Il trend delle violenze contro le minoranze religiose “è in constante crescita nel
2009-2010”, la legge sulla blasfemia è “una spada di Damocle sulle minoranze”; la
libertà religiosa “è ridotta a un mito”, e “di fronte all’ apatia del governo, urgono
azioni per proteggere i diritti umani in Pakistan”: è quanto afferma il nuovo Rapporto
annuale sulle minoranze religiose in Pakistan 2009-2010, presentato e diffuso dalla
Commissione “Giustizia e Pace”, in seno alla Conferenza episcopale del Pakistan. Il
Rapporto, riferisce l’agenzia Fides, esamina con dati ed episodi circostanziati il
fenomeno della discriminazione sociale e dell’intolleranza religiosa che vigono nel
Paese. “E’ un lavoro di documentazione che raccoglie tutte le informazioni sulle difficili
condizioni delle minoranze religiose e in particolare dei cristiani. I problemi principali
sono legati alla legge sulla blasfemia, alle conversioni forzate, alle discriminazioni,
alle violenze, all’erosione della libertà religiosa. Il quadro che emerge è davvero
critico e merita una grande attenzione in Pakistan e fuori dal Paese”, spiega all’agenzia
Fides padre Emmanuel Yousaf Mani, direttore della Commissione “Giustizia e Pace”.
Uno dei capitoli è dedicato ai danni provocati dalla “legge sulla blasfemia”, “una
legge che costituisce una nostra grande preoccupazione – afferma padre Mani – perchè
è ingiusta e sbagliata e fa soffrire molti tramite accuse totalmente false. L’ultimo
caso del cattolico Rehmat Masih, 73enne di Faisalabad, è esemplare in proposito. Ma
gli abusi sono quotidiani: per questo abbiamo lanciato una vigorosa campagna abolizionista.
La società civile in Pakistan - osserva il direttore - appoggia questa campagna. Il
95% della comunità musulmana ci sostiene. Solo una ristretta minoranza estremista
è contraria. Tale piccola minoranza ha il potere di condizionare e determinare le
politiche nazionali perché i politici, nel governo e nel Parlamento, sono coinvolti
e ne subiscono l’influenza. I gruppi fondamentalisti usano anche mezzi intimidatori.
Fatto sta che manca la volontà politica di abolire tale legge”. Secondo il Rapporto,
gli abusi della legge sulla blasfemia continuano a ritmi alti in tutto il Paese: nel
2009 i casi registrati sono stati 112, che hanno colpito 57 ahmadi, 47 musulmani e
8 cristiani. In totale fra il 1987 (da quando è in vigore) e il 2009 sono 1.032 le
persone ingiustamente colpite. In aumento anche gli episodi diretti di intolleranza
religiosa: 9 attacchi a chiese e insediamenti cristiani, alcuni molto gravi (a Gojra,
Sialkot e Kasur) che hanno causato morti e feriti. Il Rapporto si sofferma poi sulle
proprietà ingiustamente sottratte alle minoranze non musulmane (ne fanno le spese
chiese, templi , cimiteri e istituti appartenenti ai cristiani o ad altre comunità
religiose). Un capitolo è dedicato all’erosione della libertà religiosa, che avviene
nella totale disinformazione dell’opinione pubblica: negati alle minoranze i permessi
per costruire luoghi di culto; minacce ai musulmani che vorrebbero convertirsi ad
altre fedi. Infine nel 2008 sono stati 414 i casi di conversioni forzate di cristiani
e di altri credenti all’islam e, in totale, nel periodo 2005-2009 i casi censiti –
che sono solo la punta di un iceberg – sono 622. (R.P.)