2010-06-24 14:51:30

Dal Convegno Oasis a Beirut: manuale sui valori comuni alle tre religioni monoteiste


Un manuale sui valori comuni alle tre religioni monoteiste (cristiana, musulmana ebraica) e un manuale sulla storia delle Crociate scritta da uno storico islamico e da uno cristiano. Sono alcune delle proposte avanzate durante il Convegno della Fondazione Oasis sul tema “L’educazione fra fede e cultura. Esperienze cristiane e musulmane in dialogo”, chiuso ieri a Beirut, in Libano. Proposte - di cui riferisce l'agenzia Asianews - rivolte a ricercare la verità per favorire la convivenza religiosa. Durante i lavori si sono ascoltate le esperienze educative in Libano, dove vi sono cristiani che frequentano scuole musulmane (circa l’1%) e dove vi sono istituti e università cristiane che ospitano fino al 20-30% di studenti islamici e dove ogni gruppo – sia negli istituti cristiani che in quelli islamici - ha diritto alla sua ora di religione insegnata da un docente che pratica quella fede. Ma quanto avviene in Libano è più un’eccezione che una regola nei Paesi del Medio Oriente. In Egitto, ad esempio, dove i manuali di religione sono scritti solo in chiave islamica, si tende ad istillare nella mente degli studenti che essere musulmano è l’unico modo di essere religioso. In Pakistan l’insegnamento religioso è solo islamico. Nelle scuole cristiane è persino vietato insegnare l’islam. Tanto più che chi osa potrebbe essere accusato di blasfemia, data la legge, sovente abusata, che vieta di offendere il profeta Maometto e il Corano. Secondo padre Samir Khalil, presente al Convegno, un manuale sui valori di rispetto, accoglienza dell’altro, carità, ecc. giustificati con frasi tratte dal Corano, dalle Hadith, dal Vangelo e dalla Bibbia, potrebbe aiutare i giovani del Medio Oriente a cambiare mentalità verso i membri delle altre religioni. Potrebbe essere una base anche per ripensare alla convivenza delle diverse religioni in Europa. Il Libano, con l’importanza che si dà alla dimensione religiosa nell’educazione, è un’eccezione anche per molta parte dell’occidente, in particolare europeo. Non pochi interventi, fra cui quello del prof. Duchesne e altri, hanno mostrato che la “laicità” dello Stato in Europa tende ad emarginare la religione nel privato e la “neutralità” è un mito delle scuole statali che tradiscono lo stesso percorso educativo. Non sono mancate neppure le critiche alle scuole cattoliche in Asia, che per farsi “accettare” dalla società preferiscono ridurre la loro identità cristiana, puntando più sull’efficienza tecnica, dimenticando il perché sono nate. In questo – come in Indonesia – sono spinte anche dalla poca libertà che hanno nel proporre l’insegnamento religioso cristiano, visto a priori come un tentativo di proselitismo. (R.G.)







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