Dal Convegno Oasis a Beirut: manuale sui valori comuni alle tre religioni monoteiste
Un manuale sui valori comuni alle tre religioni monoteiste (cristiana, musulmana ebraica)
e un manuale sulla storia delle Crociate scritta da uno storico islamico e da uno
cristiano. Sono alcune delle proposte avanzate durante il Convegno della Fondazione
Oasis sul tema “L’educazione fra fede e cultura. Esperienze cristiane e musulmane
in dialogo”, chiuso ieri a Beirut, in Libano. Proposte - di cui riferisce l'agenzia
Asianews - rivolte a ricercare la verità per favorire la convivenza religiosa. Durante
i lavori si sono ascoltate le esperienze educative in Libano, dove vi sono cristiani
che frequentano scuole musulmane (circa l’1%) e dove vi sono istituti e università
cristiane che ospitano fino al 20-30% di studenti islamici e dove ogni gruppo – sia
negli istituti cristiani che in quelli islamici - ha diritto alla sua ora di religione
insegnata da un docente che pratica quella fede. Ma quanto avviene in Libano è più
un’eccezione che una regola nei Paesi del Medio Oriente. In Egitto, ad esempio, dove
i manuali di religione sono scritti solo in chiave islamica, si tende ad istillare
nella mente degli studenti che essere musulmano è l’unico modo di essere religioso.
In Pakistan l’insegnamento religioso è solo islamico. Nelle scuole cristiane è persino
vietato insegnare l’islam. Tanto più che chi osa potrebbe essere accusato di blasfemia,
data la legge, sovente abusata, che vieta di offendere il profeta Maometto e il Corano.
Secondo padre Samir Khalil, presente al Convegno, un manuale sui valori di rispetto,
accoglienza dell’altro, carità, ecc. giustificati con frasi tratte dal Corano, dalle
Hadith, dal Vangelo e dalla Bibbia, potrebbe aiutare i giovani del Medio Oriente a
cambiare mentalità verso i membri delle altre religioni. Potrebbe essere una base
anche per ripensare alla convivenza delle diverse religioni in Europa. Il Libano,
con l’importanza che si dà alla dimensione religiosa nell’educazione, è un’eccezione
anche per molta parte dell’occidente, in particolare europeo. Non pochi interventi,
fra cui quello del prof. Duchesne e altri, hanno mostrato che la “laicità” dello Stato
in Europa tende ad emarginare la religione nel privato e la “neutralità” è un mito
delle scuole statali che tradiscono lo stesso percorso educativo. Non sono mancate
neppure le critiche alle scuole cattoliche in Asia, che per farsi “accettare” dalla
società preferiscono ridurre la loro identità cristiana, puntando più sull’efficienza
tecnica, dimenticando il perché sono nate. In questo – come in Indonesia – sono spinte
anche dalla poca libertà che hanno nel proporre l’insegnamento religioso cristiano,
visto a priori come un tentativo di proselitismo. (R.G.)