Timida apertura del governo di Seul agli aiuti Caritas in Nord Corea
La Caritas Corea, l’intera rete di Caritas Internationalis, e il Consiglio delle Ong
coreane hanno chiesto con forza al governo sudcoreano di riprendere gli aiuti umanitari
al Nord. Il governo di Seul si è mostrato possibilista, e ha promesso di “ricercare
strade per riattivare i canali umanitari, anche se ci vorrà del tempo e occorrerà
superare diversi ostacoli”: è quanto l’agenzia Fides apprende dai responsabili della
Caritas Corea che ieri ha preso parte a due conferenze pubbliche sulla delicata questione
degli aiuti unitari alla Nord Corea. Nel primo incontro, Lesley-Anne Knight, segretario
generale della Caritas Internationalis, ha rilanciato l’appello “per la ripresa degli
aiuti umanitari, nonostante la tensione politica fra le due Coree”. “Siamo molto preoccupati”,
ha detto, chiedendo “maggiore attenzione della comunità internazionale sulla crisi
umanitaria in atto in Nord Corea”. “Non possiamo dimenticare questi nostri fratelli
che mancano dei beni necessari per la sopravvivenza, soprattutto vecchi, bambini e
malati”, ha sottolineato. Padre Francis Jung, direttore nazionale della Caritas Corea,
ha detto: “Sosteniamo questo appello al governo di Seul. Chiediamo la possibilità
di continuare i nostri programmi di assistenza umanitaria e di cooperazione verso
il Nord”. Il direttore ha ricordato che la Caritas ha condotto nei mesi corsi una
campagna di vaccinazione conto l’epatite B per oltre 500mila ragazzi nordoreani fra
i 6 e i 16 anni. “Ora la campagna che speravamo di estendere ad altri 3 milioni di
ragazzi è ferma, perché il governo ha bloccato ogni canale di comunicazione e di trasporto”.
La campagna per gli aiuti umanitari ha ricevuto il sostegno dal “Consiglio delle Ong
coreane per la cooperazione con il Nord”, organismo di coordinamento che riunisce
numerose Ong coreane di ogni ispirazione e genere, fra le quali la Caritas. Le Ong,
che ieri hanno espresso le loro richieste in un’altra conferenza pubblica, intendono
“sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza di ripristinare i programmi di cooperazione,
per il bene dell’intero popolo e di tutta la penisola coreana”, nella speranza che
“i canali umanitari possano contribuire a stemperare le tensioni politiche”. (R.P.)