Le icone degli Apostoli scoperte nelle Catacombe di Santa Tecla: scritta una nuova
pagina di storia dell'arte
“Si tratta delle più antiche immagini degli Apostoli, risalenti alla fine del IV secolo”:
così il prof. Fabrizio Bisconti, sovrintendente archeologico delle Catacombe
romane di Santa Tecla, ha annunciato ieri - dopo due anni di ricerche e delicati lavori
di restauro - la scoperta delle icone di Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni, le prime
raffigurazioni del volto dei quattro Apostoli. Una notizia che giunge dopo le anticipazioni,
nel giugno scorso, del ritrovamento della prima icona di San Paolo. Al prof. Bisconti,
Linda Giannattasio ha chiesto di descrivere gli affreschi di questa straordinaria
scoperta:
R.
- C’è una specie di cubicolo doppio, con immagini del repertorio biblico e, quindi,
Jonah, Pietro che batte la rupe, il sacrificio di Isacco, l’adorazione dei Magi, ma
quel che è più importante e che ci ha sconcertato sin dall’anno scorso è il soffitto,
un cassettonato bellissimo che sembra imitare il soffitto di una basilica. Ci sono
dei clipei. Uno grande, centrale, che rappresenta il Buon Pastore - e questo non ci
stupisce proprio perché è un tema caro alla iconografia catecumenale romana. Negli
altri quattro clipei ci sono gli Apostoli: c’è Paolo, che abbiamo già scoperto l’anno
scorso, ma adesso abbiamo ritrovato l’immagine di Pietro, di Andrea e di Giovanni.
Sono le prime rappresentazioni degli Apostoli.
D. -
Chi è la committente?
R. - E’ una matrona romana, rappresentata
insieme alla figlia dentro al cubicolo: ha voluto queste immagini degli Apostoli come
icone alla cui protezione si pone. Non sceglie, dunque, i martiri romani: non sceglie
Agnese, non sceglie Lorenzo come protettori, come accadeva normalmente nelle catacombe,
ma sceglie gli Apostoli. Non dimentichiamo che alla fine del IV secolo, a Roma, stavano
nascendo quei circoli culturali di ascetismo domestico attorno alle grandi matrone
che si muovevano attorno al pensiero di Girolamo sull’Aventino. Non dimentichiamo
che queste aristocratiche conoscevano il latino e il greco e la nostra matrona strimge
un rotolo nella mani: questo vuol dire che conosceva la Sacra Scrittura ed esse seguono
Girolamo fino alla Terra Santa, fino al luogo dove si erano consumati i gesti del
primo cristianesimo e, dunque, quello degli Apostoli. Da quelle terre ripartono quindi
anche con il ricordo degli Apostoli. I grandi pensatori del momento - Ambrogio, Girolamo
- guidano il culto e la devozione degli ultimi pagani, di quei pagani appartenenti
alle famiglie aristocratiche, al senato, che si convertono per ultimi, ma che quando
si convertono scelgono spesso la via della devozione e in questo caso della devozione
nei confronti degli Apostoli.
D. - Un alto valore storico,
religioso, ma anche artistico…
R. - Con questo cubicolo,
si scrive anche una nuova pagina di storia dell’arte. Noi non sapevamo assolutamente
che alla fine del IV secolo fossero già definiti le fisionomie degli Apostoli e con
queste caratteristiche fisiognomiche. Conoscevamo gli Apostoli, le immagini degli
Apostoli per l’arte ravennate, ma siamo già nel pieno V secolo se non nel VI: nella
Cappella arcivescovile di Ravenna, nel San Vitale di Ravenna ci sono le immagini di
Andrea e di Giovanni, ma siamo più di un secolo più tardi.