Il Papa all’udienza generale: la fede non è stoltezza, ma è alimentata dall’incontro
degli Apostoli con Cristo Risorto
“La fede cristiana, considerando il mistero dell’Incarnazione, viene ad essere rafforzata”.
“La speranza si eleva più fiduciosa, al pensiero che il Figlio di Dio è venuto tra
noi, come uno di noi, per comunicare agli uomini la propria divinità”. E’ quanto ha
affermato stamani Benedetto XVI all’udienza generale nell’aula Paolo VI, incentrando
ancora una volta la propria catechesi sulla teologia di San Tommaso d’Aquino. “La
carità – ha detto il Papa – è ravvivata perché non vi è segno più evidente dell’amore
di Dio per noi, quanto vedere il Creatore dell’universo farsi egli stesso creatura”.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Benedetto
XVI inizia la propria catechesi su San Tommaso d’Aquino ricordando l’opera monumentale
dell’Aquinate, la Summa Theologiae, in cui “l’applicazione dell’intelligenza
umana ai misteri della fede procede con chiarezza e profondità”. Nella Summa
– spiega il Santo Padre – San Tommaso “parte dal fatto che ci sono tre diversi modi
dell’esistenza di Dio”:
“Dio esiste in se stesso, è il principio
e la fine di tutte le cose, per cui tutte le creature procedono e dipendono da Lui;
poi Dio è presente attraverso la sua Grazia nella vita e nell’attività del cristiano,
dei Santi; infine, Dio è presente in modo del tutto speciale nella Persona di Cristo
unito qui realmente con l'uomo Gesù, e operante nei Sacramenti, che scaturiscono dalla
sua opera redentrice.”.
Parlando dei Sacramenti – ricorda il
Pontefice – San Tommaso si sofferma in modo particolare sul mistero dell’Eucaristia,
per il quale “ebbe una grandissima devozione, al punto che, secondo gli antichi biografi,
era solito accostare il suo capo al Tabernacolo, come per sentire palpitare il Cuore
divino e umano di Gesù”. Una devozione e un accostamento che il Papa esorta a seguire:
“Partecipiamo
alla Santa Messa con raccoglimento, per ottenerne i frutti spirituali, nutriamoci
del Corpo e del Sangue del Signore, per essere incessantemente alimentati dalla Grazia
divina! Intratteniamoci volentieri e frequentemente, a tu per tu, in compagnia del
Santissimo Sacramento!”
Ripercorrendo gli insegnamenti di San
Tommaso nel suo "Opuscolo sul Simbolo degli Apostoli", il Papa si sofferma poi sul
valore della fede:
“Per mezzo di essa, dice, l’anima si unisce
a Dio e si produce come un germoglio di vita eterna; la vita riceve un orientamento
sicuro, e noi superiamo agevolmente le tentazioni”.
La
fede procede oltre le possibilità intellettive, ma questo cammino non si allontana
dalla Verità:
“A chi obietta che la fede è una stoltezza, perché
fa credere in qualcosa che non cade sotto l’esperienza dei sensi, san Tommaso offre
una risposta molto articolata, e ricorda che questo è un dubbio inconsistente, perché
l’intelligenza umana è limitata e non può conoscere tutto”.
E’
impossibile – afferma il Papa – tendere alla Verità senza fede:
“Solo
nel caso in cui noi potessimo conoscere perfettamente tutte le cose visibili e invisibili,
allora sarebbe un’autentica stoltezza accettare delle verità per pura fede”.
Ed
è impossibile, come osserva San Tommaso, vivere senza fidarsi dell’esperienza altrui,
dove la personale conoscenza non arriva:
“È ragionevole dunque
prestare fede a Dio che si rivela e alla testimonianza degli Apostoli: essi erano
pochi, semplici e poveri, affranti a motivo della Crocifissione del loro Maestro;
eppure molte persone sapienti, nobili e ricche si sono convertite in poco tempo all’ascolto
della loro predicazione”.
Si tratta di un fenomeno "storicamente
prodigioso a cui difficilmente si può dare altra ragionevole risposta, se non quella
dell’incontro degli Apostoli con Cristo Risorto”. Il Santo padre ricorda infine che
per intercessione di Maria possiamo ottenere ogni aiuto. E conclude la catechesi con
una preghiera tradizionalmente attribuita a San Tommaso:
“O
beatissima e dolcissima Vergine Maria, Madre di Dio..., io affido al tuo cuore misericordioso
tutta la mia vita... Ottienimi, o mia dolcissima Signora, carità vera, con la quale
possa amare con tutto il cuore il tuo santissimo Figlio e te, dopo di lui, sopra tutte
le cose, e il prossimo in Dio e per Dio”.