El Salvador: la Chiesa chiede di risolvere il problema degli ambulanti allontanati
dalla capitale
“Le autorità capitoline devono fare di tutto per cercare il dialogo e l’intesa”. E’
questo l’appello lanciato domenica scorsa, da mons. Gregorio Rosa Chávez, vescovo
ausiliare di San Salvador, nell’omelia della Messa celebrata nella cattedrale, dopo
i gravi incidenti dei giorni scorsi scoppiati, quando la polizia municipale ha tentato
di cacciare dalle strade del centro i venditori ambulanti. L’operazione, che secondo
il Comune aveva lo scopo di garantire alla capitale decoro e pulizia, si è trasformata
in una grande rissa, che ha coinvolto numerose persone, alcune delle quali sono rimaste
ferite negli scontri. “Questi disordini - ha detto il presule - sono un grido di disperazione
che esige da parte di tutti uno spirito di dialogo che permetta la formulazione di
politiche pubbliche adeguate, capaci di rispettare la vita e l’integrità delle persone,
che poi sono il vero centro di ogni problema”. Mons. Rosa Chávez, ha sottolineato
che il problema complesso e delicato dei venditori ambulanti non può essere ridotto
ad “una questione di ordine pubblico, di pulizia paesaggistica o decoro cittadino;
sarebbe troppo facile, ha aggiunto ricordando che “tutto nasce dalla mancanza di lavoro
e dal caro vita che colpisce in particolari i settori più poveri”. Secondo l’analisi
del vescovo ausiliare almeno tre fattori, molto più profondi delle ragioni di un immediato
interesse economico, concorrono a mantenere vivo il fenomeno delle vendite stradali:
in primo luogo il deterioramento del tessuto familiare che colpisce l’intera società
formata da famiglie; la scarsità e la cattiva qualità dell’educazione che dovrebbe
fare di ogni cittadino uno strumento autentico della propria realizzazione; e, infine,
i diversi gradi di violenza che serpeggiano nel tessuto sociale salvadoregno. Mons.
Gregorio Rosa Chávez ha quindi condannato l’uso della forza e i gesti violenti. E’
importante, ha precisato, avere una città bella e pulita, ma è anche importante che
si risolvano i problemi delle persone che vivono nella capitale. Occorre dunque una
diagnosi oggettiva, che tenga conto della complessità della questione; che non sottovaluti
le insidie del crimine organizzato e del narcotraffico e che non sia mai una risposta
contro il cittadino”, ha concluso il vescovo che ha offerto la disponibilità della
Chiesa per rasserenare gli animi e creare le condizioni per il dialogo. (A cura
di Luis Badilla)