L’amministratore apostolico del Kirghizistan: “Sentiamo il Papa vicino”
Dopo l’appello per la pace in Kirghizistan lanciato ieri dal Papa nell’Angelus in
piazza San Pietro, in cui ha chiesto alla comunità internazionale “di adoperarsi perché
gli aiuti umanitari possano raggiungere prontamente le popolazioni colpite”, l’amministratore
apostolico del Paese, mons. Nikolaus Messmer, ha detto all’agenzia Fides di essere
confortato dalla vicinanza del Pontefice. “Ci conforta e ci consola che la situazione
di sofferenza che sta vivendo la popolazione sia nella mente e nelle preghiere del
Papa – ha detto – noi cattolici siamo un piccolo gregge che continua a pregare per
la pace e per il bene del popolo. Anche la presenza della Caritas, oggi, ci fa sentire
la vicinanza della Chiesa universale”. Dopo una settimana di violenza interetnica
tra kirghizi e uzbeki, il bilancio fornito dalla Croce Rossa è di almeno 191 morti
e duemila feriti, con oltre 400mila profughi cui mancano cibo, acqua e riparo. I calcoli
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non lasciano scampo: già 700mila persone
sono sfollate all’interno del Paese, 300mila hanno raggiunto la frontiera con l’Uzbekistan
e si potrebbe facilmente arrivare e un milione di sfollati. L’Onu, inoltre, ha detto
che servono almeno 71 milioni di dollari per far fronte all’emergenza. Lo sforzo umanitario,
comunque, grazie a realtà come Croce Rossa, Medici senza frontiere e Caritas Internationalis,
sta dando i primi frutti e gli aiuti stanno raggiungendo almeno le città di Jalalabad
e Osh. “Speriamo che nei Paesi torni la pace – conclude il vescovo – la pace è un
bene da costruire e dobbiamo iniziare noi stessi in Kirghizistan”. (R.B.)