Lo yuan "flessibile", Usa e Ue soddisfatte e mercati in rialzo
Avvio in rialzo stamane per tutte le borse europee, dopo la chiusura brillante delle
principali piazze di Asia e Pacifico a due giorni dalla decisione della Banca Centrale
cinese, caldeggiata da Stati uniti e Europa, di rendere più flessibile lo yuan, che
oggi ha aggiornato i massimi degli ultimi 5 anni sul dollaro e si è portato al livello
più alto dalla rivalutazione del luglio 2005. Volata anche dell’oro a nuovi record
sui mercati di Londra e New York. “La Cina riformerà il tasso di cambio della propria
moneta in modo graduale e controllabile in relazione alla situazione economica e finanziaria
del Paese”, fa sapere il Ministero del commercio. Scettica la Russia, apprezzamento
invece dalla Bce e dal presidente dell’Eurogruppo, Trichet. Ma perché è così importante
la maggiore flessibilità dello Yuan e quali le conseguenze sull’economia mondiale?
Gabriella Ceraso ne ha parlato con l’economista Loretta Napoleoni:
R.
- La maggiore flessibilità è importante perché dimostra che i cinesi sono pronti ad
aggiustare la propria economia alle esigenze interne, ma anche alle esigenze esterne
del mercato. Sicuramente, una rivalutazione dello yuan facilita le esportazioni di
altri Paesi, quindi non soltanto della Cina, per esempio degli Stati Uniti, ma anche
della Germania, perché rende meno competitive le merci e i prodotti manufatti in Cina.
Quindi, sicuramente è positivo per l’economia mondiale.
D.
- Si tratta, secondo il suo parere – perché gli analisti sono divisi in queste ore
– di un vero e proprio cambiamento nella politica interna cinese, o di un gesto alla
vigilia del G20?
R. - Sicuramente, questa decisione
è legata agli aumenti dei salari che sono in corso in Cina, il che significa che le
pressioni inflazioniste create, appunto, da questo aumento dei salari, vengono neutralizzate
attraverso una rivalutazione della moneta interna. Quindi, questo è in linea con una
politica fiscale del capitalismo classico. Chiaramente, la decisione di farlo adesso
è legata al fatto che la Cina sta andando al G20 dove si presenta con questo “dono”,
di modo che non ci saranno discussioni riguardanti la rivalutazione dello yuan o la
politica monetaria cinese. In altre parole, è anche una mossa diplomaticamente scaltra.
D. – E questo, nell’ottica della crisi economica mondiale,
conferma il fattore di equilibrio da parte della Cina?
R.
- Il fatto che tutti i mercati abbiano aperto al rialzo, che ci sia stato un coro
di positività nei confronti di questa decisione, sicuramente conferma il ruolo fondamentale,
centrale, della Cina all’interno dell’economia mondiale. Al G20, sicuramente la Cina
giocherà un ruolo più importante di quello che ha giocato l’anno scorso, anche perché
l’Europa si trova in una crisi profonda. Una crisi che non ha risolto tra l’altro,
per cui oggi, più che mai, il ruolo della Cina è fondamentale per la risoluzione della
crisi mondiale, ma anche per gli equilibri economici futuri.