Bangladesh: l'importanza per la Chiesa dell'Anno Sacerdotale
L’Anno sacedotale è stato l’occasione per “esporre un tesoro nascosto alla gente e
alla Chiesa”. Lo afferma mons. Paulinus Costa, arcivescovo di Dhaka, che ha sottolineato
l’importanza “che ha avuto per la Chiesa e per tutti noi” l’anno appena trascorso
indetto dal Papa. I pastori del Bangladesh hanno condiviso la propria esperienza,
ricomprendendo la bellezza di “prendere parte all’amore di Cristo come ministri scelti
da Dio”. Numerosi incontri e seminari, organizzati per l’Anno Sacerdotale, hanno permesso
di affrontare le tematiche della formazione dei sacerdoti. Padre Emil Moraes ha dichiarato
ad AsiaNews che “è stato un'occasione per condividere con tutti la mia esperienza
di padre. In uno dei miei frequenti viaggi in tutto il Paese” ha raccontato, “ho incontrato
diversi musulmani che mi chiedevano quanti figli avessi. Io rispondevo di averne più
di 5mila e loro rimanevano stupefatti”. Riassumendo il pensiero di centinaia di sacerdoti,
ha continuato affermando: “Ho dato via tutto ciò che era mio, e ho accettato coloro
che non erano miei e adesso sono la mia gente. Io sono il loro pastore perché sono
ministro di Dio”. Anthony, un giovane cattolico, ha detto di essere rimasto davvero
sorpreso nel vedere come “i sacerdoti ci amano e lavorano per noi, dandoci tutto ciò
che hanno. Anch’io voglio ascoltare la chiamata di Dio e spero di diventare prete
in futuro. Sto pregando per questo”. L’Anno sacerdotale si è concluso il 18 giugno
a Dhaka con la messa nella chiesa del Santo rosario e con l’incontro “Sacerdozio e
opera missionaria”, al quale hanno partecipato centinaia di preti, più di 50 suore
e 500 fedeli. (R.P.)