2010-06-20 16:06:04

Il Sud Africa al di là dei Mondiali di Calcio: la riflessione di Raffaello Zordan della rivista "Nigrizia"


“La vera vittoria è quella che consacra la dignità della persona umana”: è quanto sottolinea il cardinale arcivescovo di Durban, Wilfrid Napier, a proposito dei Mondiali di Calcio in Sud Africa. Il porporato invita, dunque, a cogliere questo evento sportivo come occasione di progresso per tutto il Continente africano. E in Sud Africa, si trova in questi giorni Raffaello Zordan, della rivista dei comboniani “Nigrizia”. Una presenza non legata tanto all’interesse calcistico, ma piuttosto per confrontarsi con la situazione del Paese, come spiega al microfono di Fabio Colagrande: RealAudioMP3

 

R. – Per rendersi conto che partita si sta giocando con la fine dell’apartheid e la democrazia finalmente arrivata in questo Paese, ma anche con i grandi problemi che ci sono davanti. Basti pensare che il 40 per cento della popolazione in capacità di lavoro, è disoccupata, e basti pensare che qui abbiamo una realtà – e basta viaggiare per il Paese – con grandi potenzialità, con grandi risorse, con una struttura industriale, di trasporti abbastanza avanzata e quindi con una serie di possibilità, che però vanno espresse compiutamente, vanno espresse all’interno di un contesto condiviso. Chiaramente adesso siamo in un momento di anestesia, nel senso che lo sport, in questo caso il calcio e i Mondiali, portano a grandi entusiasmi. Il bello si vedrà dopo.

 

D. – Sul vostro giornale, Mike Dib, che è il coordinatore del Dipartimento Giustizia e Pace della Conferenza dei vescovi dell’Africa australe, che comprende Sudafrica, Botswana e Swaziland, dice che sono in molti a ritenere Sudafrica 2010 una "disgrazia economica" per il Paese. Perché?

 

R. – Perché c’è il problema di capire se gli investimenti fatti, che sono circa 5 miliardi di euro, poi porteranno a dei risultati. Vedevo delle cifre e gli studi che facevano qui, che dovevano portare ad introiti superiori agli investimenti fatti, non nel brevissimo periodo, anche con posti di lavoro in più. Tutto questo, però, è da verificare nel concreto. Quello che io posso vedere qui è un forte afflusso turistico. Sicuramente una delle voci importanti del prodotto interno lordo del Sudafrica è quella del turismo. Quindi, è chiaro che un Mondiale può servire come volano. Però non dimentichiamo che soprattutto nelle grandi città, Pretoria e Johannesburg in particolare, ci sono problemi di sicurezza abbastanza consistenti e quindi molta gente si preoccupa di questo. Esistono però – da Cape Town a Durban - altre città sugli oceani che sono città turistiche con un livello di sicurezza ottimo. Questo Mondiale è quindi anche un’occasione per presentare il Paese al mondo. Rimangono naturalmente i problemi di fondo di cui parlavo prima. Ai semafori si vede poca gente che fa l’elemosina, non ci sono assembramenti di persone che fermano i passanti: hanno fatto, da questo punto di vista, un "repulisti". E’, però, un "repulisti" che finisce l’11 di luglio con la fine dei Mondiali. E’ un modo per mostrare quella che viene ritenuta dal governo la parte migliore del Paese. Ma nella parte migliore ci sono naturalmente anche i poveri, se li prendi in considerazione. Anzi, devi prenderli in considerazione. Problemi aperti, problemi che sono di fronte all’Anc che governa, problemi che sono di fronte anche alla società civile. Di questa società civile fanno parte anche molte associazioni cattoliche cristiane, che tengono alto l’allarme su queste cose, dicendo: “Guardate che i problemi veri da risolvere sono quelli e non dobbiamo dimenticarli, pallone o non pallone”.(Montaggio a cura di Maria Brigini)








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