2010-06-20 14:28:37

Dal Convegno diocesano romano, l’esortazione del Papa a mettere l’Eucaristia al centro della vita del cristiano. La riflessione del teologo Giulio Maspero


“La Santa Messa, celebrata nel rispetto delle norme liturgiche e con un’adeguata valorizzazione della ricchezza dei segni e dei gesti, favorisce e promuove la crescita della fede eucaristica”: è quanto affermato da Benedetto XVI, martedì scorso, all’apertura del Convegno diocesano romano, incentrato sul tema “Eucaristia domenicale e testimonianza della carità”. Sull’importanza della celebrazione eucaristica nella vita del cristiano, Federico Piana ha intervistato don Giulio Maspero, docente di Teologia dogmatica alla Pontificia Università della Santa Croce: RealAudioMP3

 

R. - Io insegno a studenti di tutto il mondo ed è molto bello vedere come persone di esperienze estremamente diverse crescono nella loro vita interiore, nella loro vita accademica e anche nell’approfondimento della Dottrina cristiana, grazie alla liturgia e nel vedere delle cerimonie bene fatte. Nella mia esperienza personale, ho un esempio molto bello di una persona ortodossa che ha visto celebrare qui a Roma alcuni sacerdoti con grande intensità e questa persona è stata estremamente attratta, tanto da passare alla piena comunione con la Chiesa cattolica. Mi sembra molto significativo che una persona ortodossa, una confessione dove la liturgia è davvero al centro, colga attraverso la celebrazione la bellezza del cattolicesimo, la bellezza della dottrina. La dottrina passa attraverso gli occhi, attraverso la pietà, attraverso la preghiera.

 

D. - Il Papa nel suo discorso, che è stato rivolto soprattutto ai sacerdoti, ha lanciato una sollecitazione: “Nell’itinerario di educazione alla fede, si sottolinei che nel Sacramento dell’Eucaristia Cristo è realmente, sostanzialmente presente”. Verità che noi tante volte dimentichiamo...

 

R. - Il rischio è sempre quello di abituarsi, di dare per scontato che il Signore è lì. Io penso che il pericolo di chi ha un dono molto grande è quello di dimenticarsi di quel dono e noi forse corriamo molto questo rischio soprattutto in un epoca dove, per esempio, si punta molto sul sociale, si punta molto sulla giustizia e la bontà. Cose importanti! Bisogna volersi bene, però io vedo sempre che le persone poi non sanno da dove trarre la forza per essere buoni. Io so che devo essere buono, so che devo amare gli altri, però come faccio, perché non riesco? Allora a questo punto mi sembra che proprio l’Eucaristia e soprattutto la catechesi sull’Eucarestia sia la vera risposta a quello che il Signore ci chiede e a quello che le persone ci chiedono. Se non troviamo nell’Eucaristia una fonte di forza per amare non facciamo niente. Noi sacerdoti abbiamo una responsabilità particolare perché anche semplicemente come ci genuflettiamo quando passiamo davanti al Tabernacolo, da come celebriamo le persone capiscono o no che lì c’è il Signore. Questo si nota moltissimo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








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