Dal Convegno diocesano romano, l’esortazione del Papa a mettere l’Eucaristia al
centro della vita del cristiano. La riflessione del teologo Giulio Maspero
“La Santa Messa, celebrata nel rispetto delle norme liturgiche e con un’adeguata valorizzazione
della ricchezza dei segni e dei gesti, favorisce e promuove la crescita della fede
eucaristica”: è quanto affermato da Benedetto XVI, martedì scorso, all’apertura del
Convegno diocesano romano, incentrato sul tema “Eucaristia domenicale e testimonianza
della carità”. Sull’importanza della celebrazione eucaristica nella vita del cristiano,
Federico Piana ha intervistato don Giulio Maspero, docente di Teologia
dogmatica alla Pontificia Università della Santa Croce:
R.
- Io insegno a studenti di tutto il mondo ed è molto bello vedere come persone di
esperienze estremamente diverse crescono nella loro vita interiore, nella loro vita
accademica e anche nell’approfondimento della Dottrina cristiana, grazie alla liturgia
e nel vedere delle cerimonie bene fatte. Nella mia esperienza personale, ho un esempio
molto bello di una persona ortodossa che ha visto celebrare qui a Roma alcuni sacerdoti
con grande intensità e questa persona è stata estremamente attratta, tanto da passare
alla piena comunione con la Chiesa cattolica. Mi sembra molto significativo che una
persona ortodossa, una confessione dove la liturgia è davvero al centro, colga attraverso
la celebrazione la bellezza del cattolicesimo, la bellezza della dottrina. La dottrina
passa attraverso gli occhi, attraverso la pietà, attraverso la preghiera.
D.
- Il Papa nel suo discorso, che è stato rivolto soprattutto ai sacerdoti, ha lanciato
una sollecitazione: “Nell’itinerario di educazione alla fede, si sottolinei che nel
Sacramento dell’Eucaristia Cristo è realmente, sostanzialmente presente”. Verità che
noi tante volte dimentichiamo...
R. - Il rischio è sempre
quello di abituarsi, di dare per scontato che il Signore è lì. Io penso che il pericolo
di chi ha un dono molto grande è quello di dimenticarsi di quel dono e noi forse corriamo
molto questo rischio soprattutto in un epoca dove, per esempio, si punta molto sul
sociale, si punta molto sulla giustizia e la bontà. Cose importanti! Bisogna volersi
bene, però io vedo sempre che le persone poi non sanno da dove trarre la forza per
essere buoni. Io so che devo essere buono, so che devo amare gli altri, però come
faccio, perché non riesco? Allora a questo punto mi sembra che proprio l’Eucaristia
e soprattutto la catechesi sull’Eucarestia sia la vera risposta a quello che il Signore
ci chiede e a quello che le persone ci chiedono. Se non troviamo nell’Eucaristia una
fonte di forza per amare non facciamo niente. Noi sacerdoti abbiamo una responsabilità
particolare perché anche semplicemente come ci genuflettiamo quando passiamo davanti
al Tabernacolo, da come celebriamo le persone capiscono o no che lì c’è il Signore.
Questo si nota moltissimo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)