2010-06-19 14:20:35

La Chiesa e il calcio, binomio consolidato: la riflessione di Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport


Entra sempre più nel vivo il Mondiale di Calcio in Sud Africa. Un Campionato che si sta caratterizzando per il grande equilibrio tra le squadre in campo. Intanto, la Conferenza episcopale sudafricana ha lanciato un sito web intitolato “Church on the ball”, che promuove iniziative di preghiera e solidarietà legate ai Mondiali. Sull’importanza che la Chiesa ha sempre attribuito allo sport, e al calcio in particolare, Alessandro Gisotti ha intervistato Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport:RealAudioMP3

 

R. – Già Pio XII affermava, negli anni Quaranta, che lo sport è un bene educativo di cui nessun ragazzo dovrebbe fare a meno. Questo sta a significare che lo sport, e il calcio in modo particolare, è un fenomeno che in un modo o nell’altro ha aiutato a far crescere generazioni di ragazzi. Penso in questo momento all’Africa, penso a quanto possa essere suggestivo questo Mondiale di calcio per i ragazzi dell’Africa. L’allora cardinale Ratzinger disse una cosa bella: il gioco si sottomette alla regola. Adesso, è il gioco che spesso non si sottomette più alla regola. Si tratta non tanto della regola tecnica del gioco del calcio, ma la regola dei valori, quella del rispetto dell’altro… Papa Benedetto in più occasioni ha parlato al mondo dello sport e ha tenuto sempre ad evidenziare il rispetto dell’umano in questo sport che ha bisogno dell’irruzione di un nuovo umanesimo. Il Papa ci aiuta a recuperare il calcio come capacità, davvero, di aiutare la persona a crescere.

 

D. – Al di là del dato tecnico, quali sono secondo lei gli aspetti più positivi che stanno emergendo da questo Mondiale di calcio in Sudafrica?

 

R. – Una parte positiva è quella di rilanciare il popolo africano in generale, questa voglia di sport che è già insita nell’Africa. Noi abbiamo una serie di esperienze in Camerun e in Sudafrica con gemellaggi per quanto riguarda la parte sportiva, e vediamo già che tra i ragazzi l’attenzione è molto alta. Credo che questo Mondiale serva a ripromuovere il grande valore del calcio, cioè quello di riunire i popoli, di aiutare un popolo a riscattarsi. Ecco, noi cerchiamo di leggere ora quella parte positiva: quella di rilanciare il calcio come un valore educativo, e questo credo che interessi qualsiasi ragazzo o giovane dell’Africa e del mondo.








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