2010-06-19 14:12:08

Il cardinale Ortega sulla visita di mons. Mamberti a Cuba: un appoggio importante da Roma per la nostra Chiesa


Una visita che rafforza la nostra presenza ecclesiale a Cuba. E’ il pensiero con il quale il cardinale arcivescovo de L’Avana, Jaime Ortega, definisce l’importanza della presenza sull’Isola caraibica del segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Dominique Mamberti. Il presule, giunto a Cuba martedì scorso, ha aperto i lavori della X Settimana sociale cubana, oltre ad aver presieduto ad altre cerimonie. Al microfono di Alina Tufani, della redazione ispanoamericana della nostra emittente, il cardinale Ortega mette in risalto i temi di una visita che cade nel 75.mo anniversario delle relazioni tra la Santa Sede e Cuba:RealAudioMP3

 

R. – Noi abbiamo sempre avuto la possibilità di ricevere, qui a Cuba, diversi rappresentanti della Santa Sede, ma soprattutto i segretari per i Rapporti con gli Stati. Le visite sono state molto apprezzate dal governo e dalla Chiesa, anche, perché sono sempre riuscite ad approfondire la relazione della Chiesa locale con lo Stato. E questo appoggio della Santa Sede per noi è stato molto importante, soprattutto nel periodo più difficile vissuto dalla Chiesa in Cuba negli anni Settanta e forse Ottanta. Adesso, questa visita si cala in una situazione un po’ diversa: non abbiamo la stessa situazione, le relazioni sono sempre più distese, meno difficili. Questa visita serve a rafforzare la nostra presenza a Cuba come Chiesa. La Chiesa locale svolge oggi un ruolo importante in favore dei prigionieri e la Chiesa di Roma viene sostanzialmente per offrire un appoggio alla Chiesa locale a Cuba in questo dialogo speciale con lo Stato cubano in questo preciso momento. E’, dunque, una visita molto opportuna, anche per celebrare i 75 anni delle relazioni tra lo Stato cubano e la Santa Sede.

 

D. – Questa visita si svolge in coincidenza dell’apertura della Settimana sociale della Chiesa in Cuba. Qual è l’importanza di questo avvenimento?

 

R. – Serve ad approfondire il compito sociale della Chiesa. Per noi è stata una novità: 20 anni fa, la Chiesa in Cuba non aveva alcuna presenza sociale. Abbiamo creato la Caritas, abbiamo creato una Commissione giustizia e pace a Cuba, la Conferenza episcopale… Dunque, in questi venti anni è stato compiuto un certo cammino e la Settimana sociale offre annualmente la possibilità di fare un’analisi del cammino fatto, una prospettiva per il futuro sulla base della situazione attuale, che è un po’ “nuova”.

 

D. – “Un po’ nuova”, in che senso?

 

R. – Nel senso che stiamo aspettando tanti cambiamenti socioeconomici, che sono stati annunciati dal governo un po’ più di un anno fa. La Chiesa ha incoraggiato questi cambiamenti: per questo, la Settimana sociale sarà un momento speciale per guardare al futuro immediato. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








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