Marea nera: la BP annuncia risarcimenti per i danni
La BP si è impegnata a pagare i danni provocati dalla Marea Nera nel Golfo del Messico.
Nell’incontro di ieri con il presidente Obama i vertici del colosso petrolifero hanno
definito i termini dell’intervento. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
La
decisione della compagnia – che in queste ore ha messo a punto un nuovo sistema per
bruciare il petrolio che continua a fuoriuscire dal pozzo - arriva all’indomani del
primo discorso alla nazione di Obama, in cui il capo della Casa Bianca ha paragonato
il disastro ambientale nel Golfo del Messico alla lotta contro Al Qaeda. In merito,
Stefano Leszczynski ha raccolto il commento di Dennis Redmont, giornalista e responsabile
media del Consiglio Italia-Usa:
R.
– Il problema, secondo me, è che forse la ‘location’ non era quella giusta: è stata
la prima volta, infatti, che il presidente ha utilizzato la Stanza Ovale ma non ha
dato indicazioni specifiche su quello che intende fare. Oggi, si incontrerà con i
rappresentanti della Bp per fare il punto sulla situazione e forse avremo maggiori
dettagli. D. – Ha addirittura paragonato
la battaglia contro la marea nera alla battaglia contro al Qaeda. Un paragone che
ha lasciato forse qualche perplessità… R.
– Diciamo che gli americani si rendono bene conto che c’è bisogno di mobilitarsi per
far fronte ad una catastrofe ambientale che tocca tutti. Perciò, se Obama, a cui non
piace essere esagerato, utilizza invece frasi di questo tipo, significa che lui vuole
approfittare di questa crisi per insegnare forse agli americani che devono vivere
più “verde”, più pulito, e trovare risorse energetiche alternative. D.
– Come si concilia questa ricerca di risorse alternative con la necessità, però, di
utilizzare ancora le risorse vecchie e quindi di autorizzare nuove trivellazioni? R.
– E’ molto interessante osservare come Obama chieda al Congresso di passare una serie
di legislazioni che miglioreranno la situazione dell’energia e dell’ambiente, mentre
nel discorso alla nazione non ha pronunciato la parola “carbone”, e nemmeno la parola
“clima”. In questo campo, Obama si mantiene aperto ai negoziati per rivedere – forse
– una serie di proposte di legge che vogliono mettere una specie di tetto alle emissioni
di anidride carbonica. D. – Se la Bp
si trovasse a dover pagare veramente fino all’ultimo centesimo di danno e di risarcimento,
probabilmente finirebbe sul lastrico… R.
– Abbiamo visto che molte aziende, dopo una catastrofe ambientale molto seria, sono
finite. Abbiamo visto come la PanAm non abbia resistito dopo i problemi di Lockerbie,
abbiamo visto come la Dow Chemical abbia dovuto cambiare identità dopo Bhopal... In
questo stesso filone, secondo me, Bp come tale potrebbe avere i giorni contati. Ma
è un colosso tale che si reincarnerà in un’altra azienda, la quale poi ricomincerà
a trattare di trivellazione e di fornitura di petrolio, del quale il mondo, per adesso,
ha assolutamente bisogno.