2010-06-17 14:59:08

Giornata del bambino africano: aumenta l’impegno contro la mortalità infantile


Nell’Africa sub-sahariana ogni anno muoiono 4,5 milioni di piccoli sotto i cinque anni, un milione di neonati nascono morti e un altro milione muore durante il primo mese di vita, di cui il 6% a causa dell'Aids trasmesso dalla madre, mentre la malaria è responsabile del 25% dei decessi infantili nel continente. Questi drammatici dati sono stati diffusi ieri in occasione della Giornata internazionale del bambino africano indetta dalle Nazioni Unite. Per la ricorrenza le principali organizzazioni internazionali che operano nel settore dell’infanzia hanno fatto il punto sulle politiche dei governi africani in materia di investimenti sulla salute, sull'istruzione e sul benessere dei bambini, e hanno lanciato un appello alla comunità internazionale affinché aumenti il suo impegno a raggiungere il quarto Obiettivo di sviluppo del millennio di ridurre di due terzi la mortalità infantile entro il 2015. Il raggiungimento dell’obiettivo “Significherebbe salvare le vite di ben 12 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni”, ha spiegato in una nota l’organizzazione Save the Children, che ha invitato i Paesi sviluppati ad inaugurare “Cento giorni di azione, sensibilizzazione e impegno” in occasione di tre importanti appuntamenti: il G8 di giugno, il summit dell'Unione africana di luglio e il summit Onu di settembre. Occorre però – aggiunge l’Ong - “raddoppiare l'attuale sostegno alla spesa nei Pvs, passando dai 31 miliardi di dollari stanziati nel 2008” ad almeno 67 miliardi entro il 2015, promuovere l’assistenza sanitaria gratuita per i bambini e per le donne incinte, e rendere accessibili a tutti le cure per la malaria e il morbillo, “principali cause di mortalità infantile”. Dello stesso avviso è Anthony Lake, direttore generale dell'Unicef: “Investire sui bambini oggi, produrrà vantaggi per le prossime generazioni”. L’agenzia delle Nazioni Unite collabora con i governi in tutta l'Africa ed in altre regioni per analizzare i bilanci statali in relazione al loro impatto sull’infanzia per facilitare un uso più efficace delle risorse pubbliche a fini sociali. Attraverso una serie di dichiarazioni e di obiettivi, i governi africani si sono impegnati a destinare il 15% del loro bilancio nazionale per la salute, il 20% per l'istruzione, il 10% per l'agricoltura e lo 0,5% del PIL per acqua e servizi igienico-sanitari. Secondo quanto riferisce l’Unicef, attraverso investimenti strategici per la sopravvivenza e il benessere dei bambini, anche Paesi con risorse limitate - come il Malawi - sono riusciti a ridurre notevolmente i tassi di mortalità infantile. Progressi anche sul fronte della frequenza scolastica che nell’Africa sub-sahariana è aumentata molto velocemente e Paesi come Benin, Etiopia, Mozambico e Repubblica Unita della Tanzania hanno registrato rapidi progressi. (M.G.)








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