Giornata del bambino africano: aumenta l’impegno contro la mortalità infantile
Nell’Africa sub-sahariana ogni anno muoiono 4,5 milioni di piccoli sotto i cinque
anni, un milione di neonati nascono morti e un altro milione muore durante il primo
mese di vita, di cui il 6% a causa dell'Aids trasmesso dalla madre, mentre la malaria
è responsabile del 25% dei decessi infantili nel continente. Questi drammatici dati
sono stati diffusi ieri in occasione della Giornata internazionale del bambino africano
indetta dalle Nazioni Unite. Per la ricorrenza le principali organizzazioni internazionali
che operano nel settore dell’infanzia hanno fatto il punto sulle politiche dei governi
africani in materia di investimenti sulla salute, sull'istruzione e sul benessere
dei bambini, e hanno lanciato un appello alla comunità internazionale affinché aumenti
il suo impegno a raggiungere il quarto Obiettivo di sviluppo del millennio di ridurre
di due terzi la mortalità infantile entro il 2015. Il raggiungimento dell’obiettivo
“Significherebbe salvare le vite di ben 12 milioni di bambini al di sotto dei cinque
anni”, ha spiegato in una nota l’organizzazione Save the Children, che ha invitato
i Paesi sviluppati ad inaugurare “Cento giorni di azione, sensibilizzazione e impegno”
in occasione di tre importanti appuntamenti: il G8 di giugno, il summit dell'Unione
africana di luglio e il summit Onu di settembre. Occorre però – aggiunge l’Ong -
“raddoppiare l'attuale sostegno alla spesa nei Pvs, passando dai 31 miliardi di dollari
stanziati nel 2008” ad almeno 67 miliardi entro il 2015, promuovere l’assistenza sanitaria
gratuita per i bambini e per le donne incinte, e rendere accessibili a tutti le cure
per la malaria e il morbillo, “principali cause di mortalità infantile”. Dello stesso
avviso è Anthony Lake, direttore generale dell'Unicef: “Investire sui bambini oggi,
produrrà vantaggi per le prossime generazioni”. L’agenzia delle Nazioni Unite collabora
con i governi in tutta l'Africa ed in altre regioni per analizzare i bilanci statali
in relazione al loro impatto sull’infanzia per facilitare un uso più efficace delle
risorse pubbliche a fini sociali. Attraverso una serie di dichiarazioni e di obiettivi,
i governi africani si sono impegnati a destinare il 15% del loro bilancio nazionale
per la salute, il 20% per l'istruzione, il 10% per l'agricoltura e lo 0,5% del PIL
per acqua e servizi igienico-sanitari. Secondo quanto riferisce l’Unicef, attraverso
investimenti strategici per la sopravvivenza e il benessere dei bambini, anche Paesi
con risorse limitate - come il Malawi - sono riusciti a ridurre notevolmente i tassi
di mortalità infantile. Progressi anche sul fronte della frequenza scolastica che
nell’Africa sub-sahariana è aumentata molto velocemente e Paesi come Benin, Etiopia,
Mozambico e Repubblica Unita della Tanzania hanno registrato rapidi progressi. (M.G.)