2010-06-17 14:51:17

Appello delle Caritas del Mediterraneo per la tutela dei migranti


Un appello perché “lo spazio mediterraneo sia luogo d’incontro, per la promozione di pratiche di dialogo e di scambio tra i popoli, strumento di arricchimento reciproco sui versanti culturale e spirituale, oltre che economico e sociale”. E’ stato lanciato dalle Caritas del Mediterraneo questa mattina a Valderice (Trapani) nella seconda giornata di lavori del Migramed Forum-2010, l’iniziativa organizzata da Caritas italiana in collaborazione con la delegazione regionale delle Caritas della Sicilia. Sono presenti - riferisce l'agenzia Sir - un centinaio di delegati dalle Caritas diocesane di tutta Italia, da Caritas Europa e dalle Caritas di Algeria, Grecia, Italia, Libano, Libia, Malta, Marocco, Tunisia e Turchia. Le Caritas dei Paesi del Mediterraneo, insieme a Caritas Internationalis e Caritas Europa, hanno ribadito il loro impegno a tutela dei cittadini migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta, anche in vista della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno. Ispirati dall’enciclica Caritas in veritate si sono impegnate, in particolare, a “monitorare l’andamento dei flussi migratori nell’area del Mediterraneo relativamente a cittadini immigrati, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta; scambiarsi informazioni circa la loro situazione nei singoli Paesi; promuovere momenti di confronto con le istituzioni locali, nazionali ed internazionali per rafforzare, nell’interesse di tutti, la collaborazione sul fronte della mobilità umana; promuovere azioni congiunte per sensibilizzare la società civile sui temi delle migrazioni e i fenomeni connessi; contribuire a promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti umani, con particolare riferimento ai migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta”. Intervenendo all'incontro mons. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo e presidente della Conferenza episcopale siciliana ha detto che "la politica dei respingimenti nel Mar Mediterraneo manca di dimensione umana, prima ancora che di dimensione cristiana: si scaricano su questi poveri che arrivano sui barconi tutte le politiche per contenere l’immigrazione illegale. Si dice che il flusso migratorio si sia fermato, ma forse non è così – ha osservato l’arcivescovo di Palermo -. Tutte le diocesi siciliane sono da sempre impegnate nell’accoglienza degli immigrati. Crediamo che se una società è capace di rispettare e di inculcare il rispetto umano, anche gli immigrati possono essere interessati alla nostra fede. Ecco la grande responsabilità che abbiamo”. (R.P.)








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