Appello delle Caritas del Mediterraneo per la tutela dei migranti
Un appello perché “lo spazio mediterraneo sia luogo d’incontro, per la promozione
di pratiche di dialogo e di scambio tra i popoli, strumento di arricchimento reciproco
sui versanti culturale e spirituale, oltre che economico e sociale”. E’ stato lanciato
dalle Caritas del Mediterraneo questa mattina a Valderice (Trapani) nella seconda
giornata di lavori del Migramed Forum-2010, l’iniziativa organizzata da Caritas italiana
in collaborazione con la delegazione regionale delle Caritas della Sicilia. Sono presenti
- riferisce l'agenzia Sir - un centinaio di delegati dalle Caritas diocesane di tutta
Italia, da Caritas Europa e dalle Caritas di Algeria, Grecia, Italia, Libano, Libia,
Malta, Marocco, Tunisia e Turchia. Le Caritas dei Paesi del Mediterraneo, insieme
a Caritas Internationalis e Caritas Europa, hanno ribadito il loro impegno a tutela
dei cittadini migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta, anche
in vista della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno. Ispirati
dall’enciclica Caritas in veritate si sono impegnate, in particolare, a “monitorare
l’andamento dei flussi migratori nell’area del Mediterraneo relativamente a cittadini
immigrati, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta; scambiarsi informazioni
circa la loro situazione nei singoli Paesi; promuovere momenti di confronto con le
istituzioni locali, nazionali ed internazionali per rafforzare, nell’interesse di
tutti, la collaborazione sul fronte della mobilità umana; promuovere azioni congiunte
per sensibilizzare la società civile sui temi delle migrazioni e i fenomeni connessi;
contribuire a promuovere una cultura del rispetto e della tutela dei diritti umani,
con particolare riferimento ai migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della
tratta”. Intervenendo all'incontro mons. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo e presidente
della Conferenza episcopale siciliana ha detto che "la politica dei respingimenti
nel Mar Mediterraneo manca di dimensione umana, prima ancora che di dimensione cristiana:
si scaricano su questi poveri che arrivano sui barconi tutte le politiche per contenere
l’immigrazione illegale. Si dice che il flusso migratorio si sia fermato, ma forse
non è così – ha osservato l’arcivescovo di Palermo -. Tutte le diocesi siciliane sono
da sempre impegnate nell’accoglienza degli immigrati. Crediamo che se una società
è capace di rispettare e di inculcare il rispetto umano, anche gli immigrati possono
essere interessati alla nostra fede. Ecco la grande responsabilità che abbiamo”. (R.P.)