Il Papa apre nella Basilica Lateranense il Convegno diocesano romano su “Eucaristia
domenicale e testimonianza della carità”
La centralità dell’Eucaristia e la testimonianza della carità al centro del discorso
di Benedetto XVI che stasera nella Basilica di San Giovanni in Laterano ha aperto
i lavori del convegno diocesano che conclude l’anno pastorale. Titolo dell’incontro
che si concluderà giovedì: “ Si aprirono loro gli occhi, lo riconobbero e lo annunziarono.
L’Eucaristia domenicale e la testimonianza della carità”. Due aspetti fondamentali,
questi, che sono stati approfonditi nell’anno appena trascorso. Il servizio di Debora
Donnini.
Il
Convegno sarà aperto dall’intervento del cardinale vicario Agostino Vallini. Dopo
il discorso del Pontefice, il direttore dell’Ufficio Catechistico e Servizio per il
Catecumenato del Vicariato, mons. Andrea Lonardo, svolgerà la sintesi delle
relazioni delle assemblee parrocchiali. Proprio mons. Lonardo si sofferma sull’importanza
di questo Convegno diocesano, al microfono di Federico Piana:
R.
– Il Convegno è il momento che vede radunata sempre la Chiesa di Roma a giugno. E'
un momento di organizzazione, di riflessione sull’anno passato e sull’anno che comincia,
un momento a partire dal quale tutte le realtà lavorano poi già per l’anno che si
apre.
D. – Il titolo di quest’anno è: “Si aprirono loro
gli occhi, lo riconobbero e lo annunziarono. L’Eucaristia domenicale e la testimonianza
della carità". Perché è stato scelto questo tema?
R.
– Per ripartire proprio dall’essenziale, questa necessità, in un mondo in cui il cristianesimo
sembra morto. Come i discepoli di Emmaus se ne vanno tristi, sembra non esserci più
alcuno spazio ormai per Cristo e allora tornano alle proprie case. Invece, c’è proprio
la riscoperta del Volto di Cristo, della sua presenza, della sua forza, della sua
bellezza. I due temi che sono stati evidenziati, come i primi della verifica per partire
con sempre più slancio missionario, sono quelli dell’Eucaristia e della carità, perché
ciò che è secondario poi viene da sé, dopo che l’essenziale è stato sempre posto al
centro.
D. – E’ un Convegno nel quale si delineeranno
anche le prospettive per la Chiesa di Roma. Che prospettive ci saranno, secondo lei?
R.
– Non posso anticipare niente, perché bisognerà vedere poi lo svolgimento, quello
che dirà il Santo Padre. Quello che si può dire è che dalle parrocchie di sicuro emerge
il grande valore dell’Eucaristia. Mi viene in mente che, nella Chiesa antica, l’Eucaristia
era un po’ come il culmine della fede, si arrivava all’Eucaristia dopo un lungo cammino.
Invece oggi, per certi aspetti, è la soglia. La porta è aperta: c’è un funerale, un
Battesimo, la celebrazione di un matrimonio e vengono a volte persone non credenti
o persone che da 20 anni non entrano in una chiesa e realmente si trovano dinanzi
a qualcosa di grande, se è celebrato veramente con la fede, con lo spirito del Signore.
La Chiesa di Roma sente il bisogno di riscoprire questa centralità, questa forza di
annunzio dell’Eucaristia. Questo emerge da molte parrocchie: la grande esigenza che
c’è in campo educativo di educare di nuovo all’interiorità, alla cura della contemplazione,
del mistero di Dio. A volte le persone pensano di trovare la fraternità solo guardandosi
tra di loro, invece nell’Eucaristia si accorgono che l’essere inginocchiati al momento
della consacrazione li rende realmente un popolo. C’è una presenza più grande che
sostiene la fatica della comunione, dell’amore, della carità.
D.
– Un annunzio che naturalmente deve coinvolgere anche i giovani laici...
R.
– E’ molto interessante notare che la liturgia e la carità hanno il potere di coinvolgere
i giovani. Nelle parrocchie più vive, ogni giorno che passa, ogni mese aumenta il
numero di giovani, mentre in altre questo non avviene. E allora c’è da fare un discernimento
sul perché i giovani sono molto vicini alla liturgia, e non sono per niente lontani,
se essa è offerta in tutta la sua vitalità. Lo stesso direi per la carità: dare se
stessi, non solo nel parlare del Signore, ma nel donarlo poi dopo averlo incontrato,
è qualcosa di veramente decisivo.
D. – Il Convegno si
aprirà alle 19.30, questa sera, con il Santo Padre e poi come proseguirà?
R.
– L’ascolto dell'intervento del Santo Padre è il momento più importante, più bello.
C’è grande attesa. Tanti vivono il giorno di oggi con la gioia di poter stare con
lui, di pregare insieme, di accoglierlo. Poi si tornerà a casa e il secondo giorno
saremo tutti riuniti per ascoltare il cardinale Vallini. Traccerò una proposta per
il cammino pastorale della diocesi di Roma dell’anno avvenire e il terzo giorno, che
è il giovedì, sarà il momento della ricaduta nelle parrocchie, che sono chiamate a
riflettere sulla proposta che viene dal Santo Padre e dal cardinale vicario, per rendere
già operativo quello che viene offerto da questi due grandi momenti di relazione.