Il cardinale Bagnasco: i direttori degli uffici catechistici promuovano la fede in
campo educativo
“Il consenso che si è spontaneamente creato in Italia sul tema dell’educazione - si
potrebbero citare numerosi interventi della stampa laica così come di esponenti del
mondo della scuola e della società civile - non deve essere sottovalutato. La riscoperta
dei fondamenti di una buona educazione è un anelito di tanti dentro e fuori la Chiesa”.
Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella lectio magistralis
svolta a Bologna nell’ambito del convegno nazionale dei direttori degli uffici catechistici
diocesani in programma fino a giovedì. “Le famiglie - ha proseguito il cardinale -
dichiarano di avere spesso smarrito i necessari punti di riferimento educativi, la
scuola di aver talvolta perso il coraggio di scommettere sulla passione e la qualità
dell’educazione, i catechisti di essere a volte scoraggiati: tutti avvertono, però,
l’esigenza di un rinnovato impegno per l’amore che portano alla vita delle nuove generazioni”.
In questa prospettiva, ha ricordato il presidente della Cei “ trascurare la dimensione
della fede in ambito educativo vuol dire ferire la stessa dignità dell’uomo. Promuoverla
vuol dire invece esaltare la dignità dell’uomo. L’educazione alla fede, infatti, non
è elemento accessorio del processo educativo, ma via appartiene di diritto con un
ruolo centralissimo. Ecco allora il grande valore della catechesi come pure, ad altri
livelli, dell’insegnamento della religione nella scuola che presenta in modo organico
il fatto religioso e cattolico così come si è configurato nella storia e nella nostra
cultura”. Tutto questo ha concluso il cardinale ”rende evidente come l’educazione
alla fede deve partire dai grandi temi dell’annuncio cristiano perché un’educazione
alla fede che non aiutasse l’intelligenza a orientarsi su questi temi non aiuterebbe
le nuove generazioni a comprendere il valore e la dignità della fede cristiana”.
(Da Bologna, Stefano Andrini)