Bolivia: appello alla riconciliazione del vescovo di Oruro per le violenze di Uncia
“I fatti di Uncia sono deprecabili, è un crimine che non si deve ripetere mai più,
i linciaggi che viviamo in diversi luoghi, soprattutto nelle aree rurali e nei quartieri
poveri, non possono accadere”: sono le parole tratte dalla dichiarazione di mons.
Krzysztof Bialasik, vescovo di Oruro, di cui è pervenuta copia all’agenzia Fides,
che denuncia i terribili fatti verificatisi ad Uncia in Bolivia, dove gli abitanti
del paesino di Saca Saca hanno torturato e ucciso 4 poliziotti. L’organo di informazione
della Conferenza episcopale della Bolivia afferma che mentre le autorità governative
stanno conducendo le indagini per accertare i fatti, ciò che è certo è che quattro
vite sono state perdute e si è allungato l'elenco delle persone che soffrono le conseguenze
di tali azioni violente in nome della cosiddetta "giustizia comunitaria". In questo
senso, mons. Bialasik ha messo anche in evidenza che “non è possibile che alcun governo
e le istituzioni della società possano accettare queste azioni, è necessario un lavoro
urgente per prevenire questo genere di fatti, evitando che possano continuare a far
piangere le famiglie boliviane.” Secondo la stampa locale la situazione è ancora molto
tesa, perché gli indigeni della zona non vogliono far entrare i governatori per investigare
e hanno annunciato una marcia verso La Paz per presentare altre richieste. Il comandante
generale della polizia, generale Oscar Nina, ha detto che “non c'è nessun motivo per
impedire la presenza della polizia o delle autorità richiamate dalla legge nella zona”
e ha detto che troverà gli assassini dei quattro uomini della polizia. (R.P.)