Belgio: dopo le elezioni il re avvia le consultazioni per il nuovo governo
Dopo le legislative di domenica, prove di compromesso in Belgio tra l’indipendentista
De Wever - che ha spopolato nelle Fiandre, al nord - ed Elio di Rupo, socialista francofono
che ha ottenuto la maggior parte dei consensi in Vallonia. Da Bruxelles Laura Serassio:
I due si
sono recati ieri dal re come consuetudine all’indomani delle elezioni e hanno valutato
la possibilità di una coalizione che, per quanto bizzarra, sembra inevitabile. Nazionalista
e liberista il primo, socialista “doc” il secondo. De Wever e Di Rupo dovranno stendere
un programma per vedere se davvero possono essere in grado di governare insieme. La
scelta degli elettori fiamminghi per il partito indipendentista, poi, è troppo netta
per non mettere al centro del futuro politico la riforma dello Stato. Non una scissione
unilaterale, che non sarebbe accettata in seno europeo ma, piuttosto, un confederalismo
con un ampiamento di poteri economici e di bilancio a favore delle più ricche e dinamiche
Fiandre. Per decidere chi sarà primo ministro e dare via libera ad una coalizione
di governo la parola è rimessa ad Alberto II re dei Belgi.
Marea
Nera
C’è attesa negli Stati Uniti per il discorso alla nazione del presidente
Obama, che alle 2 – ora italiana – parlerà in diretta dallo Studio Ovale. Parlerà
degli sforzi della sua amministrazione per fermare la Marea Nera nel Golfo del Messico.
Secondo le anticipazioni di stampa, il Capo della Casa Bianca, che ieri ha visitato
per la quarta volta i luoghi colpiti, chiederà alla compagnia 'Bp' di impegnarsi per
rendere l’area migliore di prima. Il senato americano ha già chiesto alla compagnia
di depositare 20 miliardi di dollari in un fondo per gli indennizzi.
Messico
Ancora
in primo piano le violenze in Messico. Dopo la mattanza messa in atto dalle gang di
narcotrafficanti la scorsa settimana, in cui sono state uccise 80 persone, ieri hanno
perso la vita 28 detenuti e 15 poliziotti in due diversi episodi. Il più sanguinoso
si è consumato in una prigione nella città di Mazatlan, nello Stato di Sinaloa. Ci
riferisce Linda Giannattasio.
Ancora
sangue in Messico. Tra venerdì e sabato si è compiuta quella che è stata definita
la mattanza delle gang del narcotraffico, la peggiore sotto la presidenza di Felipe
Calderon, con almeno 80 persone uccise in 24 ore in varie aree del Paese. Ieri altre
43 vittime: 28 morti, soltanto in una sparatoria nella prigione a Mazatlan, nel violento
Stato di Sinaloa, cardine del narcotraffico nel Paese. All’origine di tutto, ci sarebbe
uno scontro tra due gruppi di detenuti in guerra tra di loro, secondo quanto annunciato
dalla procura dello Stato. Poche ore prima si era consumato un altro massacro: almeno
15 poliziotti sono stati uccisi in un agguato nei pressi di Zitacuaro, nello Stato
di Michoacoan. Secondo fonti ufficiali, responsabile dell’attacco sarebbe una banda
di narcotrafficanti della zona. Dopo l'agguato ci sono state altre sparatorie che
hanno provocato diversi feriti in due zone diverse di Zitacuro, altro crocevia del
traffico di droghe, dove operano due dei principali cartelli narcos del Paese, in
lotta tra di loro: gli 'Zetas' e la 'Familia Michoacana'.
Bin
Laden
Il leader di al-Qaeda, Osama Bin Laden, è tornato a farsi sentire.
In un messaggio audio via internet, diffuso la notte scorsa nei forum jihadisti, ha
accusato il presidente Obama di continuare a sbagliare le sue mosse soprattutto in
Afghanistan. Il capo della rete terroristica ha dunque minacciato gli Stati Uniti
parlando di un nuovo 11 settembre.
Gaza
Dopo
le pressioni internazionali, lo Stato di Israele sembra pronto ad allentare a breve
il blocco terrestre verso la Striscia di Gaza. Nessuna apertura sul versante marittimo.
Le autorità ebraiche hanno ribadito che la soluzione avrebbe conseguenze preoccupanti
per la sicurezza interna. Intanto Hamas ha criticato la commissione d’inchiesta israeliana
sul blitz contro la flottiglia di attivisti. Per il presidente palestinese Abu Mazen
si tratta di una soluzione lontana dalle richieste del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Iran
I
leader dell’Ue decideranno giovedì sull’Iran, Stato accusato di fini militari per
il suo programma di sviluppo nucleare. Previste sanzioni supplementari che riguarderebbero
gli investimenti nel settore del gas e del petrolio mentre giungono sanzioni anche
dall’Australia. Intanto il presidente iraniano, Ahmadinejad, ha annunciato che l'accordo
con Brasile e Turchia per lo scambio di uranio arricchito "è ancora vivo", nonostante
le nuove sanzioni Onu.
Coree
Intervento dell’Onu
sui difficili rapporti tra le due Coree. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
ha invitato i due Paesi ad astenersi da qualunque azione che possa aumentare la tensione
tra le parti. Alla base dei dissidi, l’affondamento di una nave da guerra sudcoreana
attribuito alla Corea del Nord e avvenuto lo scorso mese di marzo nel Mar Giallo.
Sudan
Al
via in Sudan il nuovo esecutivo formato dal presidente Omar al Bashir a due mesi dalle
elezioni. Sono 35 i membri che ne fanno parte. Ministro degli Esteri è stato designato
Ali Karti, del partito di Bashir, Congresso Nazionale, mentre il dicastero del Petrolio
è andato a Luwal Ashweil Deng, del Movimento popolare di liberazione (Splm) degli
ex ribelli del Sudan del sud.(Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 166
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