Israele: via libera alla commissione d'inchiesta sul raid contro la flottiglia pro
Gaza
Via libera di Israele all’istituzione di una commissione d’inchiesta internazionale
sul sanguinoso blitz contro la flottiglia carica di aiuti umanitari per Gaza. Per
il premier israeliano Netanyahu l’indagine confermerà che le leggi sono state rispettate.
Scetticismo, invece, è stato espresso dalla Turchia, mentre la Casa Bianca ha parlato
di un importante passo avanti. Intanto, dall’Europa alla Croce Rossa Internazionale
si intensifica il pressing internazionale su Israele per la rimozione del blocco sulla
Striscia di Gaza. L’Iran, dal canto suo, ha confermato che la prossima settimana invierà
una nave umanitaria verso la regione precisando che non ci saranno unità militari
a scortare l’imbarcazione.
Europa – Iran - opposizione
L’Europa
ha invitato l’Iran a discutere del suo programma nucleare. Proprio oggi l’Ue potrebbe
adottare sanzioni aggiuntive contro Teheran, dopo quelle decise dal Consiglio di Sicurezza
dell’Onu la settimana scorsa. Intanto, nella Repubblica islamica prosegue il pugno
di ferro del regime nei confronti dell’opposizione. A Qom centinaia di fondamentalisti
hanno assediato per ore, in una casa, il leader riformista Karroubi, mentre almeno
91 persone sono state arrestate ieri nella giornata del primo anniversario della contestata
rielezione del presidente Ahmadinejad.
Iraq
In
Iraq, è durata appena 17 minuti la prima sessione del nuovo Parlamento, dopo le elezioni
del 7 marzo scorso. I deputati hanno prestato soltanto giuramento. L’assemblea è stata
aggiornata a tempo indeterminato. Il suo compito primario è quello di nominare il
capo dello Stato, che a sua volta dovrà poi conferire l’incarico di formare il nuovo
esecutivo al leader che ha riportato il maggior numero di voti alla tornata elettorale.
Nel Paese intanto resta altissima la tensione. Le autorità locali sono convinte che
ci sia Al Qaeda dietro l’assalto alla banca centrale del Paese, che ieri ha fatto
26 morti e una cinquantina di feriti.
Kirghizistan
In
Kirghizistan sono almeno 60 mila le persone che hanno cercato riparo in Uzbekistan,
dopo le violenze di questi giorni tra kirghizi ed uzbeki. Le vittime sono 117, oltre
mille e seicento, invece, i feriti. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
La
crisi rischia di estendersi proprio a causa dell’alto numero di rifugiati. Le autorità
dell’Uzbekistan temono che il loro numero possa essere ben più alto delle stime fornite
oggi. Il conto non tiene infatti in considerazione le migliaia di bambini. Tutti si
trovano in scuole, uffici e altri edifici messi a disposizione per l’emergenza. Fin
da ieri un gran numero di camion con aiuti circola a ridosso del confine fra i due
Paesi. In queste ore, si sta mettendo in moto anche la macchina umanitaria internazionale.
Generi alimentari e medicine, forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono
giunti in mattinata a bordo di un aereo atterrato nella città kirghiza di Osh. Russia
e Turchia sono pronte a collaborare come anche l’Unione Europea, che cercherà di dare
risposte all’emergenza assieme alle Nazioni Unite, attraverso l’Osce, l’Organizzazione
per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Sul terreno, intanto, nel sud del Kirghizistan,
epicentro delle violenze, la situazione resta tesa. I segni delle devastazioni sono
visibili ovunque. Case e negozi bruciati, corpi senza vita giacciono per terra. Testimoni
raccontano di massacri e di fosse comuni, lasciando pensare che il bilancio delle
vittime sia destinato ad aggravarsi. Il governo provvisorio ha ribadito più volte
di aver perso il controllo della regione. Tuttavia, nonostante le richieste, la Russia
ha deciso di non inviare truppe nella zona, ma solo una compagnia di rinforzo per
proteggere il personale della propria base militare nel Paese.
Slovacchia
Vincere
ampiamente le elezioni ma non avere i voti sufficienti per creare una coalizione di
governo. Questa è la situazione creatasi in Slovacchia dopo le legislative di sabato.
In salita il compito di formare un nuovo esecutivo affidato al premier uscente. Il
servizio è di Giuseppe D’Amato:
Il
premier uscente, Robert Fico, tenterà di trovare una soluzione, ma gli osservatori
sono pessimisti sulle sue possibilità di riuscita. I quattro partiti di centro-destra
hanno ottenuto 78 dei 150 seggi. I social-democratici sono stati pesantemente danneggiati
dal pessimo risultato degli alleati. Il Movimento per una Slovacchia democratica non
è nemmeno riuscito a superare la barriera del 5 per cento per entrare in Parlamento.
"Se non troverò convergenze – ha osservato Fico – accetterò la situazione". Iveta
Radicova, leader dei cristiani-democratici, potrebbe essere quindi la prima donna
premier del Paese slavo. Anche lei avrà a che fare con alleati non facili. Il suo
obiettivo dichiarato è far ridiventare la Slovacchia una delle tigri d’Europa. Primi
compiti: ridurre il deficit e la disoccupazione. La sua è una ricetta di stampo liberista.
Marea
Nera
La Bp ha speso finora oltre un miliardo e mezzo di dollari per i danni
provocati della Marea Nera nel Golfo del Messico. Gli esperti stimano che i costi
finali varieranno tra i 30 e 100 miliardi. Per il presidente Obama il disastro evoca
l’11 settembre. “Cambierà – ha detto - il modo con cui pensiamo all’ambiente e all’energia
per anni a venire”.
Disoccupazione
Tasso di disoccupazione
stabile all’8,7 per cento ad aprile nei 31 paesi Ocse. L’Organizzazione per la Cooperazione
e lo Sviluppo Economico ha reso noto che il dato non ha subito grosse variazioni nell’Unione
Europea, mentre è salito leggermente nel G7. Il tasso più alto si è registrato in
Spagna, Repubblica Slovacca, Irlanda, Portogallo e Francia; quello più basso in Corea
e nei Paesi Bassi. Il numero di disoccupati nell’area è di 46 milioni e mezzo, 3,3
milioni in più rispetto ad aprile 2009.
Grecia
Al
via oggi la missione in Grecia della delegazione del Fondo Monetario Internazionale,
della Banca Centrale Europea e dell’Unione Europea. Il fine è quello di controllare
il rispetto, da parte delle autorità elleniche, degli obiettivi di bilancio, ai quali
sono condizionati gli aiuti internazionali. I 22 membri del team incontreranno per
tutta questa settimana esponenti dei ministeri delle Finanze, del Lavoro, oltre al
Governatore della Banca Centrale del Paese.
Ungheria
Il
Parlamento ungherese si riunirà il prossimo 29 giugno per eleggere il nuovo presidente
della Repubblica. Ad annunciare la data, oggi, il presidente dell’assemblea, Pal Schmitt.
Il mandato dell’attuale presidente Laszlo Solyom scade il prossimo 5 luglio. Il partito
di governo Fidesz non ha tuttavia ancora reso noto il nome del proprio candidato ma
secondo indiscrezioni sulla stampa potrebbe essere lo stesso Schmitt, ex vice leader
della formazione.
Colombia
In Colombia sono stati
liberati ieri tre ostaggi sequestrati nel 1998 dalle Farc, Forze armate rivoluzionarie
della Colombia. Con un’operazione condotta nel sud del Paese, l’esercito ha riportato
a casa i tre uomini: un sergente, un generale e un colonnello. Restano ancora nelle
mani delle Farc altri 19 militari.
Somalia-Mondiali
In
Somalia campagna contro i Mondiali di Calcio in corso in Sudafrica da parte di Al
Shebab, considerato il braccio locale di Al Qaeda. La formazione ha vietato ai giovani
di seguire le partite in televisione così come anche di ascoltare la musica e di ballare.
Queste attività – hanno dichiarato durante il reclutamento di giovani – sono contrarie
alla Sharia.(Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 164
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