India: arrestato estremista indù accusato di gravi violenze anticristiane in Orissa
La polizia ha arrestato la settimana scorsa l'estremista l’indù Pandit Bishimajhi,
accusato di avere partecipato a 15 episodi di violenza, compresa la violenza sessuale
contro una suora cattolica, nell’agosto 2008 durante la persecuzione anticristiana
nel distretto di Kandhamal (Orissa). Bishimajhi è stato latitante per oltre un anno
e mezzo ed è stato trovato nel villaggio di Kudutulli in Kandhamal al termine di un
paziente lavoro di indagine. Soddisfazione in ambienti cristiani, in quanto, come
dice ad AsiaNews padre Ajaya Singh, direttore dei servizi sociali dell’arcidiocesi
cattolica a Cuttack-Bhubaneswar, “egli è considerato l’organizzatore degli odiosi
crimini nel Kandhamal. E’ stato detto che egli usò per 3 giorni la stazione di polizia
per continuare il massacro. E’ anche il rappresentante locale del Bharatiya Janata
Party, nazionalista indù. La gente deve iniziare ad avere fiducia nella giustizia.
Deve anche iniziate un processo di riconciliazione con la comunità sociale e con le
autorità”. “Sono abbastanza ottimista – ha proseguito padre Singh – che questo sia
un segnale positivo. Comunque, insieme a un gruppo di avvocati cristiani, operatori
sociali e attivisti per i diritti umani, continuerò a seguire la situazione”. Secondo
fonti locali, Bishimajhi ha fatto minacciare i testimoni delle violenze ed ha anche
goduto di appoggi nella polizia. Ora che è stato arrestato, ci si aspetta che incuta
minor timore e che testimoni delle sue malefatte abbiano il coraggio di venire a deporre.
L’arrestato è stato già accusato di avere preso parte e guidato gravi episodi delle
violenze anticristiane dell’agosto 2008, tra cui la violenza carnale contro suor Meena
e il pestaggio a sangue di lei e di padre Thomas Chellan e l’incendio del centro di
servizi sociali e del centro pastorale della diocesi a Jan Vikas. Testimoni dicono
che egli ha più volte proclamato che gli indù devono sempre perseguitare i cristiani,
senza dover temere conseguenze. Padre Dibya Parichha, coordinatore per l’arcidiocesi
per le questioni legali legate alle violenze anticristiane, ritiene che il suo arresto
può costituire un segnale preciso della riaffermazione della legge e del diritto e
“dare sostegno al processo per costruire la pace e per un sviluppo adeguato della
sicurezza e della giustizia a favore delle vittime delle violenze. (R.P.)