Benedetto XVI ringrazia Dio per i frutti dell’Anno sacerdotale e ricorda le tante
pagine di rinnovamento scritte nella storia con il contributo di sacerdoti
Il sacerdote, “un dono per la Chiesa e per il mondo”. Benedetto XVI all’Angelus ricorda
quante pagine di “autentico rinnovamento spirituale e sociale” nella storia dell’umanità
sono state scritte con l’apporto decisivo di sacerdoti cattolici. Il servizio di Roberta
Gisotti:
Benedetto
XVI ha tracciato un primo bilancio dell’Anno sacerdotale, a due giorni dalla chiusura.
"Qui
a Roma abbiamo vissuto giornate indimenticabili, con la presenza di oltre quindicimila
sacerdoti di ogni parte del mondo. Perciò, oggi desidero rendere grazie a Dio per
tutti i benefici che da questo Anno sono venuti alla Chiesa universale. Nessuno potrà
mai misurarli, ma certamente se ne vedono e ancor più se ne vedranno i frutti".
“Il
sacerdote è un dono del cuore di Cristo: un dono per la Chiesa e per il mondo”, ha
sottolineato il Papa, ricordando che “i sacerdoti sono i primi operai della civiltà
dell’amore”.
“E qui penso a tante figure di preti,
noti e meno noti, alcuni elevati all’onore degli altari, altri il cui ricordo rimane
indelebile nei fedeli, magari in una piccola comunità parrocchiale”.
Ha
rievocato il Santo Padre due grandi figure di sacerdoti: San Giovanni Maria Vianney,
noto come il Curato d’Ars, il villaggio della Francia, dove svolse il suo ministero
e don Jerzy Popieluszko, sacerdote e martire, beatificato domenica scorsa a Varsavia,
Un ministero il suo “generoso e coraggioso”, “accanto a quanti si impegnavano per
la libertà, per la difesa della vita e la sua dignità”. Un’opera “al servizio del
bene e della verità” “segno di contraddizione – ha ricordato il Papa - per il regime
che governava allora in Polonia”. “L’amore del Cuore di Cristo lo ha portato a dare
la vita, e la sua testimonianza è stata seme di una nuova primavera nella Chiesa e
nella società”.
“Se guardiamo alla storia, possiamo
osservare quante pagine di autentico rinnovamento spirituale e sociale sono state
scritte con l’apporto decisivo di sacerdoti cattolici, animati soltanto dalla passione
per il Vangelo e per l’uomo, per la sua vera libertà, religiosa e civile. Quante iniziative
di promozione umana integrale sono partite dall’intuizione di un cuore sacerdotale!”.
Benedetto
XVI ha poi affidato tutto il clero del mondo alla protezione di Maria, Madre dei sacerdoti.
Dopo la recita dell’Angelus, il pensiero del Papa è andato ai due nuovi beati, vissuti
nel secolo scorso. Manuel Lozano Garrido, laico e giornalista, beatificato ieri in
Spagna, che “malgrado la malattia e l’invalidità lavorò con spirito cristiano e con
frutto nel campo della comunicazione sociale”. In lui, “i giornalisti – ha raccomandato
il Papa nei saluti in lingua spagnola - potranno trovare un testimone eloquente
del bene che si può fare quando la penna riflette la grandezza dell’anima e si mette
al servizio della verità e della cause nobili. Quindi il giovane martire Lojze Grozde,
beatificato stamane in Slovenia, “particolarmente devoto dell’Eucaristia, - ha indicato
il Santo Padre - che alimentava la sua fede incrollabile, la sua capacità di sacrificio
per la salvezza delle anime, il suo apostolato nell’Azione Cattolica”.