2010-06-13 13:03:57

Benedetto XVI ringrazia Dio per i frutti dell’Anno sacerdotale e ricorda le tante pagine di rinnovamento scritte nella storia con il contributo di sacerdoti


Il sacerdote, “un dono per la Chiesa e per il mondo”. Benedetto XVI all’Angelus ricorda quante pagine di “autentico rinnovamento spirituale e sociale” nella storia dell’umanità sono state scritte con l’apporto decisivo di sacerdoti cattolici. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

 

Benedetto XVI ha tracciato un primo bilancio dell’Anno sacerdotale, a due giorni dalla chiusura.

 

"Qui a Roma abbiamo vissuto giornate indimenticabili, con la presenza di oltre quindicimila sacerdoti di ogni parte del mondo. Perciò, oggi desidero rendere grazie a Dio per tutti i benefici che da questo Anno sono venuti alla Chiesa universale. Nessuno potrà mai misurarli, ma certamente se ne vedono e ancor più se ne vedranno i frutti". 

 

“Il sacerdote è un dono del cuore di Cristo: un dono per la Chiesa e per il mondo”, ha sottolineato il Papa, ricordando che “i sacerdoti sono i primi operai della civiltà dell’amore”.

 

“E qui penso a tante figure di preti, noti e meno noti, alcuni elevati all’onore degli altari, altri il cui ricordo rimane indelebile nei fedeli, magari in una piccola comunità parrocchiale”.

 

Ha rievocato il Santo Padre due grandi figure di sacerdoti: San Giovanni Maria Vianney, noto come il Curato d’Ars, il villaggio della Francia, dove svolse il suo ministero e don Jerzy Popieluszko, sacerdote e martire, beatificato domenica scorsa a Varsavia, Un ministero il suo “generoso e coraggioso”, “accanto a quanti si impegnavano per la libertà, per la difesa della vita e la sua dignità”. Un’opera “al servizio del bene e della verità” “segno di contraddizione – ha ricordato il Papa - per il regime che governava allora in Polonia”. “L’amore del Cuore di Cristo lo ha portato a dare la vita, e la sua testimonianza è stata seme di una nuova primavera nella Chiesa e nella società”.

 

“Se guardiamo alla storia, possiamo osservare quante pagine di autentico rinnovamento spirituale e sociale sono state scritte con l’apporto decisivo di sacerdoti cattolici, animati soltanto dalla passione per il Vangelo e per l’uomo, per la sua vera libertà, religiosa e civile. Quante iniziative di promozione umana integrale sono partite dall’intuizione di un cuore sacerdotale!”. 

 

Benedetto XVI ha poi affidato tutto il clero del mondo alla protezione di Maria, Madre dei sacerdoti. Dopo la recita dell’Angelus, il pensiero del Papa è andato ai due nuovi beati, vissuti nel secolo scorso. Manuel Lozano Garrido, laico e giornalista, beatificato ieri in Spagna, che “malgrado la malattia e l’invalidità lavorò con spirito cristiano e con frutto nel campo della comunicazione sociale”. In lui, “i giornalisti – ha raccomandato il Papa nei saluti in lingua spagnola - potranno trovare un testimone eloquente del bene che si può fare quando la penna riflette la grandezza dell’anima e si mette al servizio della verità e della cause nobili. Quindi il giovane martire Lojze Grozde, beatificato stamane in Slovenia, “particolarmente devoto dell’Eucaristia, - ha indicato il Santo Padre - che alimentava la sua fede incrollabile, la sua capacità di sacrificio per la salvezza delle anime, il suo apostolato nell’Azione Cattolica”.








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