La testimonianza di mons. Franceschini, nominato amministratore apostolico sede vacante
del Vicariato Apostolico di Anatolia
Il Papa ha nominato amministratore apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis
del Vicariato Apostolico di Anatolia, mons. Ruggero Franceschini, arcivescovo di Smirne.
La nomina arriva dopo l’uccisione, il 3 giugno scorso, di mons. Luigi Padovese, vicario
apostolico d’Anatolia. Lunedì prossimo 14 giugno, il cardinale Dionigi Tettamanzi
presiederà alle 10.00 nel Duomo di Milano i funerali del presule. Alle esequie parteciperà,
come rappresentante della Santa Sede, mons. Edmondo Farhat, già nunzio apostolico
in Turchia: fu lui nel 2004 a conferire l’ordinazione episcopale a mons. Padovese.
Benedetto XVI invierà per l’occasione un messaggio. Mons. Franceschini, da
parte sua, ha detto ai nostri microfoni di aver accolto la nomina del Papa con gratitudine.
Ascoltiamolo ai microfoni di Sergio Centofanti:
R.
- La accolgo con gratitudine e spirito di servizio. Sarà difficile, difficilissimo,
perché la comunità cristiana è prostrata, però è anche una comunità cristiana che
è giovane e, quindi, ha voglia di riuscire a superare questi momenti. Io ho parlato
con i giovani che sono un po’ divisi perché si sono infiltrati tanti musulmani e,
forse, bisognava essere più attenti su questo ma non ci perderemo d’animo, faremo
il possibile. Io sono convinto che si riuscirà a rimettere in piedi questa bella,
piccola, comunità che ha voglia di vivere e sopravvivere.
D.
– E’ un momento molto difficile per la comunità cattolica in Turchia…
R.
- Molto. Io sono partito di là due gironi fa e c’era della rabbia ma soprattutto c’era
una gran voglia di piangere perché, primo, avevano perso la loro guida e, secondo,
non intravedevano nessun futuro.
D. - Qual è il suo
ricordo di mons. Padovese?
R. - Io lo ricordo come una
persona perbene. Forse, se ha peccato, ha peccato per abbondanza, ha aperto tanto
verso gli altri. Una persona - come lo ha definito il cardinale Tettamanzi - che non
era un muro ma una porta aperta. Lavorava tanto con le autorità locali perché fossero
riconosciute le minoranze cristiane. Padre Padovese va ricordato come una persona
perbene che ha aperto continuamente le braccia per accogliere chiunque. Forse non
è stato così prudente … ma consigliare la prudenza a un vescovo è difficile! Quando
uno è preso dallo zelo apostolico va sempre avanti e va con chiunque e va con uno
spirito molto aperto, col desiderio di fare sempre del bene … poi è il Signore a fare
il resto.