2010-06-12 14:32:16

Cuba: presto la prima liberazione di un detenuto politico per motivi di salute


A Cuba, un detenuto politico, in prigione da anni, sarà presto liberato per motivi di salute. Lo ha reso noto, attraverso un comunicato diffuso in queste ore, il cardinale arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, dopo essere stato informato dalle autorità dell’isola. Altri sei prigionieri per reati d’opinione saranno invece trasferiti nelle loro province d’origine, vicino ai familiari. Ma qual è il valore di questa notizia? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Luis Badilla, nostro collega ed esperto di questioni latino americane:RealAudioMP3

 

R. - La novità è fondamentale. E’ vero che continua il processo tramite il quale molti di questi prigionieri politici saranno trasferiti in luoghi più opportuni per essere assistiti, ma la cosa importante è che, per la prima volta, un detenuto politico, un dissidente, viene liberato definitivamente e va ad aggiungersi agli altri 20 detenuti politici e al primo gruppo di 75 - tutti arrestati nel 2003 - che godono di una condizione giuridica che a Cuba si chiama “licentia extrapenal”. In Italia si chiamerebbe "arresti domiciliari". In questo caso, però, si tratta di una liberazione e ciò è fondamentale.

 

D. - Il dialogo fra Chiesa e governo cubano si rileva non solo necessario ma anche efficace…

 

R. - Penso di sì. Ci sono state alcune critiche nei confronti della Chiesa, perché si temeva che potesse essere “utilizzata” da parte delle autorità governative e invece non è così. Le conversazioni fra la Chiesa ed il governo sono state oneste e sincere, hanno coinvolto diversi argomenti di carattere nazionale e internazionale, nello specifico quello dei prigionieri. I fatti di queste ultime tre settimane dimostrano che questo dialogo non era solo necessario ma si sta rivelando molto efficace per l’interesse generale del popolo cubano. Non per l’interesse della Chiesa, ma per il futuro della nazione cubana.

 

D. - Tra qualche giorno l’arrivo a Cuba di mons. Mamberti. Che significato assume questa visita?

 

R. - Va precisato subito, per evitare confusioni, che la visita di mons. Mamberti - che è molto importante - non c’entra nulla con quello che sta accadendo a Cuba in questo momento, nel senso che lui non va a Cuba per questa situazione. Si tratta di una visita, la sua, programmata da tantissimo tempo: mons. Mamberti va lì come ospite della Chiesa cubana per inaugurare la Settimana sociale, che è un evento ecclesiale di grande trascendenza e questo coincide, tra l’altro, con il fatto che in questi giorni si ricordano i 75 anni dei rapporti diplomatici ininterrotti fra Cuba e la Santa Sede.








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