2010-06-10 14:44:59

Turchia: uccidendo mons. Padovese "la Chiesa è decapitata ma non disperata"


“Con la brutale uccisione di mons. Padovese, hanno simbolicamente decapitato la Chiesa in Turchia”: è quanto dice in una testimonianza accorata rilasciata all’agenzia Fides padre Martin Kmetec, missionario francescano e direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Turchia. “Come comunità cristiana - afferma padre Martin - abbiamo subito un colpo molto duro. Mons. Padovese era molto amato e apprezzato da tutti. Decapitando lui, hanno simbolicamente decapitato la Chiesa. I cristiani sono spaventati, atterriti, anche disorientati, dopo questo tragico evento. Oggi la nostra situazione è molto difficile. Molti si chiedono cosa fare per il futuro, se emigrare, dove andare. E’ stato un atto gravissimo che lascerà profonde tracce nei sentimenti della comunità cristiana in Turchia”. Le minoranze religiose non si sentono tutelate, nonostante le rassicurazioni del governo: proprio un mese fa il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan aveva firmato un decreto per chiedere a tutti gli organi dello Stato maggior tutela nei confronti delle minoranze cristiane ed ebraiche. “Sebbene la loro condizione legale abbia iniziato a migliorare come risultato di un insieme di riforme, vi sono ancora problemi in campo pratico” spiegava il decreto. “La morte di mons. Padovese, però, non ci lascia disperati”, afferma il missionario. “Siamo consapevoli che gran parte della popolazione turca ci accetta e vuole difenderci. D’altra parte condividiamo la sorte dei cristiani in molte aree del Medio Oriente, sottoposti a pressioni e violenze di vario genere. Ma non smettiamo di confidare nella Provvidenza”, conclude il religioso. (R.P.)








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