L'Unione Europea chiede maggiore salvaguardia sui bambini soli migranti
Secondo un recente rapporto di Human Rights Watch, le conclusioni appena adottate
dal Consiglio per la Giustizia e gli Affari Interni dell’Unione Europea sui bambini
soli migranti si sono concentrate troppo sulle modalità del loro rientro in patria
più che sulle garanzie della loro incolumità. “Prima di deportare bimbi vulnerabili
in luoghi come l’Afghanistan, i governi dell’Unione Europea dovrebbero essere certi
di agire nel loro vero interesse”, si legge in una dichiarazione di Simone Troller,
esperto di diritti infantili per l’organizzazione umanitaria che si occupa di tutela
degli esseri umani. Queste conclusioni - riporta l'agenzia Fides - contengono punti
positivi molto importanti che comprendono il riconoscimento dei diritti di questi
bambini lasciati soli e il bisogno di difenderli, l’importanza di trovare soluzioni
a lungo termine alle varie necessità infantili e a seconda delle situazioni. Tuttavia
si enfatizza troppo il rientro di questi bambini nei loro Paesi di origine più che
tenere in considerazione altre emergenze, come ad esempio la mancanza di garanzia
di tutori ed avvocati per i bambini soli nell’Unione Europea, che li metterebbe a
rischio di essere mandati indietro a causa della violazione di obblighi internazionali.
Una moltitudine di membri dell’UE e di altri Paesi europei stanno programmando il
rientro di bambini soli migranti nei loro paesi di origine, in particolare in Afghanistan.
La Border Agency del Regno Unito ha stanziato 4 milioni di sterline per un centro
di accoglienza in Afghanistan, ed il reintegro di circa 12 ragazzi tra i 16 e i 17
anni di età, 120 adulti al mese, dopo la loro deportazione dal Regno Unito. La Norvegia,
che non fa parte dell’Ue, ha annunciato un piano per la costruzione di un centro sanitario
nella capitale afgana, Kabul, in risposta al numero sempre crescente di bambini soli
afgani arrivati nel Paese, in Svezia, Danimarca, e Paesi Bassi oltre ad un centro
di accoglienza in Afghanistan. La crescente attenzione dell’Ue sul destino dei bambini
soli migranti in Europa è sulla giusta strada, secondo Hrw. Nei suoi cinque anni di
strategie di asilo e migrazione adottati alla fine del 2009 (come previsto nel Trattato
di Stoccolma), l’Ue fa appello ad una risposta congiunta elaborando piani a favore
di questi bambini. La Commissione Europea ha risposto a questo appello, e si sta impegnando
a trovare soluzioni. Inoltre, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Bambini,
la Convenzione Europea sui Diritti Umani, e la Carta Fondamentale dei Diritti dell’Ue
richiedono tutti attenzione particolare ai bambini separati dalle loro famiglie, vietando
il rientro in luoghi in cui la loro tutela e benessere siano a rischio. E’ importante
che gli Stati dell’UE devono mettere al primo posto le necessità dei bambini vulnerabili.
(R.P.)