La Caritas di Gerusalemme contro il blocco israeliano a Gaza
“Il blocco di Gaza non si addice ad un mondo civilizzato. Come si può accettare, a
livello internazionale, questo blocco che dura da più di tre anni? E’ possibile accettare
che un milione e mezzo di palestinesi soffrano per questo, costretti in una prigione,
la più grande del mondo, lasciando che Israele operi al di sopra della legge?”. È
quanto sostiene, in un'intervista all'agenzia Sir, Claudette Habesch, segretaria generale
della Caritas Gerusalemme commentando gli sviluppi della situazione nella Striscia
di Gaza, dopo l’assalto israeliano alla flotilla delle Ong. “Bisogna immediatamente
rimuovere il blocco, liberare il popolo di Gaza e dargli la possibilità di vivere,
lavorare, guadagnarsi la vita con dignità – chiede la Segretaria generale - E’ una
questione di rispetto dei diritti umani come sancisce la Convenzione di Ginevra, ratificata
anche da Israele. Il popolo palestinese soffre l’occupazione già da 43 anni, la più
lunga del mondo moderno”. Quando si parla di sicurezza, secondo Habesch, “bisogna
riferirsi a quella dei due popoli. La sicurezza si raggiunge con la giustizia e la
riconciliazione. La comunità internazionale si mobiliti per un cambiamento concreto,
positivo per i due popoli. Non può esserci la vittoria di uno solo. Palestinesi e
israeliani - sostiene la segretaria della Caritas di Gerusalemme - o vinceranno insieme
la pace o la perderanno insieme”. (R.P.)