Migliaia di sacerdoti da tutto il mondo a Roma per la chiusura dell’Anno Sacerdotale.
La riflessione di mons. Piacenza
Oltre novemila sacerdoti di 91 Paesi prenderanno parte a Roma, da domani all’11 giugno
prossimo, all’Incontro internazionale che chiuderà l’Anno Sacerdotale indetto da Benedetto
XVI per il 150.mo anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney. Giovedì
sera, i sacerdoti saranno in Piazza San Pietro con Benedetto XVI per una Veglia, mentre
il giorno dopo il Papa celebrerà una Messa solenne nella quale proclamerà il Curato
d’Ars patrono dei sacerdoti. Intanto, già oggi, nella Basilica di San Giovanni in
Laterano, si vive una giornata introduttiva all’Incontro, promossa dal “Rinnovamento
nello Spirito Santo”. Tra i momenti salienti di questa mattinata, la meditazione di
mons. Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il Clero. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
“Senza
lo Spirito Santo la Chiesa non sarebbe semplicemente un’istituzione umana, ma semplicemente
non esisterebbe”: è quanto affermato da mons. Mauro Piacenza in San Giovanni in Laterano.
Il presule ha auspicato che i sacerdoti radunatisi a Roma, in questi giorni, vivano
una reale “esperienza di rinnovamento”. Ed ha sottolineato che il rinnovamento “non
è mai una cesura con il passato né un abbandono del meglio della Tradizione”. L’autentico
rinnovamento chiede invece il profondo discernimento dei segni dei tempi, operando
“nella comunione con la Chiesa e particolarmente con il Papa”. Ha inoltre messo in
guardia da quella ermeneutica della discontinuità che pretende autonomamente di cambiare
le cose, “finendo drammaticamente con il tradire Dio e gli uomini”.
L’arcivescovo
Piacenza ha così messo l’accento sui doni consegnati ai presbiteri con la consacrazione
sacerdotale: il dono della profezia, il compito di santificare e la guida pastorale.
Oggi, ha rilevato, “a causa della galoppante secolarizzazione”, si è smarrita “l’idea
del sacro e del santo che ha sempre caratterizzato la religiosità popolare e la vita
della Chiesa”. “Non dimenticate mai – ha detto il presule ai sacerdoti – che se non
sarete voi a guidare le comunità a voi affidate, potrebbe cominciare a guidarle il
maligno”. Di qui l’invocazione ad affidarsi al Signore, che con la sua grazia aiuterà
i sacerdoti a santificare il mondo.
Oggi
pomeriggio, sempre nella Basilica Lateranense, il ritiro promosso dal “Rinnovamento
nello Spirito Santo” vivrà un momento particolarmente significativo con la Messa celebrata
dal cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.
Nel contesto dell’Incontro internazionale si colloca inoltre la manifestazione di
testimonianze sul tema “Sacerdoti Oggi”, che si terrà domani pomeriggio in Aula Paolo
VI per iniziativa del Movimento dei Focolari e del Movimento di Schoenstatt. Prenderanno
parte, tra gli altri, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che rivolgerà
ai partecipanti un indirizzo di saluto, e il cardinale Claudio Hummes, prefetto della
Congregazione per il Clero, che guiderà la recita dei Vespri. Lo stesso porporato
brasiliano, domani mattina, presiederà una Messa per i sacerdoti nella Basilica di
San Paolo fuori le Mura.
Tra le tante iniziative legate alla conclusione
dell’Anno Sacerdotale, anche un Congresso al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum,
in programma oggi pomeriggio sul tema “A immagine del Buon Pastore”. A conclusione
dell’incontro, la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Claudio Hummes.
Sull’importanza dell’Incontro internazionale dei sacerdoti, e soprattutto sul valore
dell’Anno Sacerdotale quale segno di rinnovamento e speranza per il futuro, Roberto
Piermarini ha intervistato mons. Mauro Piacenza, segretario della Congregazione
per il Clero:
R.
- Vuole essere un inizio. L’inizio di una profonda riforma nella fedeltà. “Fedeltà
di Cristo, fedeltà del sacerdote”, è il motto che il Santo Padre ha attribuito a questo
anno di grazia. E’ il motto, però, per un cammino, per un viaggio. Tutta la formazione
ecclesiastica deve guardare solo a Cristo e deve continuamente convertirsi a Cristo.
Il modello è alto, altissimo, sublime e richiede una conversione quotidiana. E’ una
fedeltà totale che investe gli studi, le modalità di vita, l’essere e l’agire conseguente.
Fedeltà che deve informare tutti i necessari aggiornamenti, perché gli aggiornamenti
veri li opera il soffio dello Spirito Santo non quello della mondanità. Ormai, parecchi
anni fa, ho sentito raccontare che un vescovo alla conclusione di un’udienza avuta
con il Beato Giovanni XXIII disse congedandosi: “Sia lodato Gesù Cristo”. Allora il
Papa gli disse: “Eccellenza, da noi a Bergamo il nostro popolo saggio e devoto al
‘Sia lodato Gesù Cristo’ sa cosa risponde? Risponde: ‘Sempre sia lodato signor curato
e il diavolo sia impiccato’ ”. Che cosa voglio dire riportando questo simpatico episodio?
Che vinciamo Satana in noi e negli altri soltanto se seguiamo Cristo testimone fedele
e rimaniamo testimoni fedeli della sua verità e della sua carità anche a prezzo dei
più gravi sacrifici.
D. - Eccellenza,
come si inquadrano nel contesto di questo grande incontro le iniziative dei movimenti
e di altri organismi ecclesiali?
R.
- Non pochi movimenti e aggregazioni varie hanno accompagnato questo anno, davvero
benedetto dal Signore, con il tesoro della loro adorazione eucaristica, di momenti
intensi di preghiera. Hanno promosso incontri costruttivi, hanno illustrato anche
con diverse iniziative pregevoli, la figura anche artistica di san Giovanni Maria
Vianney e di molti altri sacerdoti impegnati in modo particolare in vari settori anche
dell’esercizio della carità: dalla carità intellettuale, come gli insegnanti, alla
carità verso gli emarginati, verso i poveri e alle normali opere di carità pastorale.
Quindi, una collaborazione vasta. Ma al di là di queste lodevoli iniziative e della
collaborazione che hanno offerto alla stessa Congregazione lungo i mesi trascorsi
i tanti Movimenti, associazioni e aggregazioni e con buon spirito, credo vada evidenziato
il bene che le varie aggregazioni possono offrire e, di fatto, offrono proprio come
sostegno spirituale e come compagnia ai singoli sacerdoti. Direi quindi che aiutano
anche il sacerdote nel suo cammino di ogni giorno.