Nigeria: si aggrava il bilancio delle vittime per avvelenamento nelle miniere d'oro
Sono centinaia le vittime provocate da un grave episodio di avvelenamento da piombo
in corso da mesi in alcune aree dello stato nord occidentale nigeriano di Zamfara.
Lo riferiscono le autorità sanitarie e i media nigeriani, precisando che, dopo le
analisi di alcuni campioni di sangue, appare ormai evidente che il piombo utilizzato
per l’estrazione dell’oro in alcune miniere informali nei distretti di Anka e Bungudu
abbia gravemente avvelenato e inquinato fonti d’acqua e pascoli, uccidendo persone
e bestiame. I bilanci al momento sono ancora incerti, ma viene confermato che ad essere
colpiti sono soprattutto bambini e donne. Sul numero delle morti - riferisce l'agenzia
Misna - provocate dall’avvelenamento si va dai 163 decessi del bilancio ufficiale
agli oltre 300 morti (da affiancare a circa 400 persone che presentano i sintomi da
avvelenamento) riportati oggi dall’inviato del quotidiano locale ‘The Guardian’ sulla
base delle testimonianze raccolte dai capi villaggio nella zona della contaminazione.
Le autorità delle aree interessate hanno chiesto oggi l’intervento del governo federale
e l’invio urgente di acqua potabile, cibo, medicine ed esperti sanitari e ambientali
per verificare la situazione. L’area teatro della contaminazione da piombo è diventata
da alcuni mesi una nuova frontiera dello sfruttamento minerario. Solo a maggio il
governo ha aperto una nuova grande fabbrica di trasformazione dell’oro in questa zona,
nella quale si troverebbero ingenti giacimenti di oro e columbite finora poco sfruttati.
All’estrazione ufficiale, si affianca già da tempo quella informale che vede gli abitanti
locali impegnati nella ricerca del prezioso minerale lungo i corsi d’acqua e in improvvisate
miniere illegali. (R.P.)