Filippine: la Chiesa chiede al nuovo governo di combattere la corruzione
Due questioni importanti sono sul tavolo del neo presidente Benigno Aquino e risulteranno
determinati per comprendere i nuovi orientamenti del governo: sono la questione della
riforma agraria e quella del cosiddetto “pork barrel”, ovvero il contributo di denaro
pubblico che membri del Congresso e senatori hanno a disposizione per finanziare progetti
di interesse locale, che viene di solito utilizzato al fine di guadagnare voti. Secondo
quanto ha raccolto l’agenzia Fides dalla Chiesa filippina, la riforma agraria – che
implica un sistema di redistribuzione delle terre dai grandi proprietari terrieri
ai contadini – è uno dei punti caldi in cui si potrà testare la sincerità, il disinteresse
e la trasparenza del nuovo governo, in quanto il Presidente stesso proviene da una
famiglia possidente. Un altro strumento molto utile per valutare le reali intenzioni
del governo – che ha fatto della lotta alla corruzione il centro del suo programma
– è un intervento sul “pork barrel”: questo sistema, è infatti uno dei gangli del
radicato e istituzionalizzato meccanismo di corruzione attraverso cui passano pratiche
di patronato e clientelismo fra la politica nazionale e le comunità locali, fra l’amministrazione
centrale e quelle periferiche. I parlamentari filippini, infatti, possono decidere
a chi, come e dove stanziare un certo ammontare di denaro pubblico da spendere nelle
loro comunità locali di provenienza. Questo potere induce accordi sottobanco, alimenta
favori per meri fini elettorali, incoraggia la politica del voto di scambio. Per questo
la Chiesa – che da anni si sta pronunciando per sradicare la corruzione – ne chiede
l’abolizione, come ha ribadito di recente, parlando a Radio Veritas, mons. Arturo
Bastes, vescovo di Sorsogon. La promozione di piani di sviluppo locali, ha spiegato
il vescovo, dovrebbe infatti essere compito di una agenzia governativa specializzata,
deputata a questo ruolo, e non frutto delle idee e degli accordi dei parlamentari.
E’ un fatto che esula dalla loro competenza principale, che è quella di redigere e
approvare le leggi dello stato. “Questa mala-pratica dovrebbe essere cancellata per
sempre”, ha sottolineato il Presule, riscuotendo, attorno a queste parole, il consenso di
altri Vescovi, di leader cattolici, di ampi settori della società civile. La Chiesa
cattolica chiede al governo Aquino che si seguano parametri di trasparenza, controllo,
utilità, efficacia e rilevanza nell’assegnazione dei fondi e nella scelta dei progetti
di sviluppo da finanziare. Urge, cioè, individuare nuovi meccanismi che sgancino definitivamente
tali contributi pubblici da meri interessi privati e da pratiche di patronato politico. L’uso
del “pork barrel” è stato trapiantato nelle Filippine a partire dal 1930, durante
l’occupazione coloniale americana. (R.P.)