2010-06-06 14:49:19

“Consenso per lo sviluppo”, slogan della Settimana sociale argentina


“Promuovere lo sviluppo integrale della persona è la chiave per sradicare la povertà. Il Bicentenario dell’indipendenza dell'Argentina deve poter costituire un'occasione privilegiata per promuovere accordi, incrementare rapporti con le istituzioni e con tutti i soggetti sociali per realizzare politiche pubbliche che abbiano quale obiettivo lo sviluppo integrale e il bene comune”. Lo ha sottolineato monsignor Jorge Casaretto, vescovo di San Isidro, presidente della Commissione di pastorale sociale della Conferenza episcopale argentina (Cea), illustrando la Settimana sociale, organizzata insieme con la diocesi di Mar del Plata, dal 25-27 giugno, con lo slogan “Consenso per lo sviluppo”. L’Osservatore Romano riporta che spiegando lo scopo della Settimana sociale, il presule ha detto che è necessario raggiungere il consenso per sradicare la povertà e promuovere lo sviluppo globale. “Nell’ambito del Bicentenario, che avràò celebrazioni tra il 2010 e il 2016, occorre continuare a lavorare per sradicare la povertà e promuovere lo sviluppo. Come discepoli e missionari di Gesù Cristo, la grande causa della giustizia sociale e l'inclusione costituiscono per noi la missione fondamentale e il fulcro della pastorale sociale”. “Il primario compito della politica pubblica - ha ricordato il presule — è una rinnovata opzione per i nostri fratelli più poveri ed esclusi”. E nel documento di Aparecida, i vescovi dell'America latina, riaffermano la necessità di disegnare “misure di politica economica e sociale che soddisfino le svariate esigenze della gente e conducano allo sviluppo sostenibile. A livello mondiale, regionale e locale, abbiamo visto che la crescita economica da sola non è sufficiente per assicurare l'equità, il progresso e la mobilità sociale verso l'alto. Quindi, cercare il consenso per lo sviluppo integrale è la chiave per sradicare la povertà”. Secondo il vescovo, il consenso può essere raggiunto “guardando il volto reale di coloro che soffrono di più e che si aspettano da parte di coloro che hanno, a diversi livelli, responsabilità pubblica, gesti concreti, che non siano solo misure per le emergenze ma azioni durature”. Come indicato nella carta per il Bicentenario, dobbiamo renderci conto che “il successo sarà stabile soltanto sulla strada del dialogo e del consenso per il bene comune, se si avrà particolare considerazione verso i nostri fratelli più poveri ed esclusi”. Quando, infatti, prevalgono gli interessi personali e corporativi sul bene comune, inevitabilmente aumenta la povertà. “I sei anni di celebrazioni per il Bicentenario — evidenzia ancora monsignor Casaretto — possono essere una grande opportunità, un tempo di conversione e di crescita nella consapevolezza sociale, la riscoperta di una vera cultura di giustizia, di solidarietà e di equa distribuzione dei beni”. A questo cammino di solidarietà e alla costruzione del bene comune sono chiamati tutti i cittadini, i responsabili delle vita pubblica. “Si tratta — ha esortato il vescovo — di lavorare insieme per sradicare la povertà e promuovere lo sviluppo dell'individuo e della società, suscitando nuove vocazioni di impegno politico e sociale, educando alla responsabilità del servizio e alla gioia dell'essere gli uni per l'altro. Questo essere e agire insieme, oltre a rafforzare i vincoli della solidarietà, cementa il senso di appartenenza all’unica famiglia dell'Argentina, aperta però nel servizio agli altri popoli del mondo”. Secondo il presule, il debito degli argentini “è un debito soprattutto sociale” e la sua soluzione non rappresenta un mero “problema economico o statistico”, piuttosto si tratta di un “problema morale che coinvolge la nostra dignità più profonda e richiede un maggiore impegno civile”. Riflettendo sulla grande questione dell'esclusione sociale, in buona parte determinata dalla povertà, monsignor Casaretto sottolinea la gravità delle sue diverse forme così come le dinamiche che la innescano. “Quando un ragazzo finisce nel mondo della droga — spiega il presule — passa facilmente a quello della violenza e qui si gioca la propria vita poiché di essa e di quella degli altri non ha nessuna considerazione. Perde il senso dell'esistenza. In ciò si manifesta il suo problema affettivo e spirituale che richiama la nostra massima attenzione. Dunque la povertà è un problema integrale e non riguarda solo la mancanza di certi beni seppure necessari, ma la persona umana nella sua integrità”. Ricordando che le nuove misure nell'ambito dell'educazione verranno applicate a 900.000 mila giovani che non studiano e non lavorano, monsignor Casaretto ha sottolineato l'importanza di pensare ad estendere questi provvedimenti a tutti tenendo presente il “pianeta giovanile nella sua interezza”. La Chiesa argentina è in prima linea contro la povertà e in particolare contro una delle sue conseguenze più deleterie: l'esclusione sociale. Al riguardo monsignor Casaretto auspica che una “simile sensibilità si diffonda in tutti i settori del Paese e della classe dirigente argentina”, a cominciare da una riduzione dei consumi e soprattutto degli sprechi e dalla riduzione della disuguaglianza sociale, culturale ed economica. Il presidente della Commissione di pastorale sociale ha invitato i rappresentanti politici, sociali, sindacali e imprenditoriali a presentare le loro proposte e progetti per generare sviluppo. Poi verrà redatto un documento su cui si rifletterà e discuterà durante i lavori della Settimana sociale. Si è di fronte — ha evidenziato ancora — a una sfida storica: politiche pubbliche per lo sradicamento della povertà e lo sviluppo integrale; una sfida per i dirigenti politici, chiamati a riscoprire e a vivere i principi etico-morali rifuggendo le tentazioni del potere. (E. B.)








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