Strage di bambini nelle miniere illegali della Nigeria
E’ l’ennesima tragedia della povertà e dei diritti negati quella che si è consumata
nei remoti villaggi dello Stato nigeriano di Zamfara, nel nord ovest del Paese africano,
dove, da gennaio scorso, si sono registrati oltre 355 casi di avvelenamento da piombo
e 163 decessi, 111 dei quali riguardanti bambini. L’annuncio è giunto ieri dalle
autorità ufficiali di Abuja che hanno fatto evacuare la zona e hanno chiuso le attività
estrattive che avvenivano nell’illegalità più totale. Secondo un responsabile del
ministero della salute nigeriano, i minatori, in primo luogo i bambini, “scavavano
alla ricerca dell'oro, in una zona dove però c'è anche una forte concentrazione di
piombo”. Le vittime sono quindi entrate in contatto con la terra, l'acqua e gli strumenti
contaminati. Lo stesso esponente del ministero ha quindi spiegato che la scoperta
della tragedia è avvenuta quando sono iniziati “casi non comuni di dolori addominali,
vomito, nausea e convulsioni”. Si è quindi subito provveduto allo sgombero dalle aeree
contaminate, ma resta tuttavia difficile arginare il fenomeno delle pratiche estrattive
illegali, in un Paese nel quale le materie prime rappresentano la voce più importante
dell’economia. Del resto i tre quarti dell'oro mondiale provengono dall'Africa e la
zona interessata dalla strage è ricca di oro, rame, manganese, minerali di ferro.
Tristemente famosi sono inoltre i giganteschi roghi che spesso divampano lungo le
condutture di greggio e fanno strage di persone che cercano di rubare un po' di petrolio.
(A cura di Marco Guerra)