2010-06-05 15:01:35

L'arcivescovo maronita Soueif: i cristiani offrono al Medio Oriente i valori evangelici del perdono e della riconciliazione


Sul viaggio del Papa ascoltiamo la riflessione di mons. Joseph Soueif, arcivescovo dei Maroniti di Cipro, intervistato da Adriana Masotti: RealAudioMP3





R. – E’ proprio un viaggio apostolico in una terra apostolica. Nel senso che il Santo Padre compie questo cammino paolino, questa volta in terra cipriota, dove Paolo, Barnaba, gli apostoli, una delle prime comunità cristiane hanno vissuto il messaggio della Risurrezione. Quindi, è anche un ritorno alle origini, un ritorno anche all’ispirazione di una delle prime comunità cristiane che oggi sono, specialmente per i nostri tempi, un esempio grande e un modello di vita sempre vivente per ogni comunità cristiana, in ogni tempo e in ogni luogo.

 

D. – Un altro aspetto di questo importante viaggio apostolico di Benedetto XVI a Cipro è l’incontro con la comunità cattolica nel suo insieme. E’ un’occasione per crescere nella stima, nell’amore reciproco tra fedeli di diversi riti...

 

R. – E’ un incontro tra i diversi riti della Chiesa cattolica e con la Chiesa ortodossa, con la Chiesa armena, con la Chiesa anglicana … cioè, le realtà ecclesiali che vivono a Cipro, in modo particolare la Chiesa ortodossa che è la Chiesa maggioritaria nell’Isola. Per i cattolici dei diversi riti è un’occasione di vivere la comunione, e anche di vivere anche sul piano pastorale la profondità della comunione. Infatti, noi cattolici, specialmente in questa zona in cui convivono vari riti, come possiamo dare testimonianza all’ecumenismo, alla comunione se non iniziamo a vivere la comunione tra di noi? Questo è molto importante, e questa è un’occasione veramente molto opportuna per vivere questo spirito di comunione tra i cattolici. Qui si apre anche il tema del Sinodo per il Medio Oriente, in cui il Papa chiama i cattolici, la Chiesa cattolica in Medio Oriente a dare una testimonianza e a vivere la comunione.

 

D. – Il Papa consegnerà a Cipro a molti vescovi e patriarchi delle Chiese orientali l’Instrumentum Laboris. Lei può dare un giudizio complessivo di ciò che emerge da questo documento?

 

R. – Il Sinodo è una grazia per il Medio Oriente, per i cristiani, per tutti i cristiani, per i cattolici, ma anche per tutte le religioni della zona. Noi sappiamo bene che questa zona è la zona della luce, dove sono nate le religioni, il cristianesimo, in modo particolare il Verbo Incarnato … E allora, la presenza dei cristiani dopo tutti questi secoli, è una presenza di comunione e di testimonianza, è una presenza che è una necessità non solo per i cristiani stessi, ma anche per i non cristiani: per i musulmani, per gli ebrei, per tutte le culture. Perché più c’è diversità, più c’è una presenza cristiana che testimonia profondamente l’amore di Dio, i valori del Vangelo, i valori del Regno di Dio, più c’è possibilità di dialogo, di incontro, di convivenza tra i cristiani stessi, ma anche tra i cristiani e tutte le altre culture. Infatti, oggi non si può costruire una società, una nazione fuori dalla pace, fuori dall’amore, fuori dal perdono. La vita cristiana di per sé, per sua natura è una natura di comunione, di amore, di vivere la pace, di vivere la riconciliazione e il perdono! Per questo, il Sinodo è veramente un tempo molto forte e richiama questi valori; che rinnova e incoraggia, anche, i cristiani a rimanere nella zona come segni di speranza, segni di amore e come una vera testimonianza vissuta nella vita quotidiana ma anche nel predicare, nell’annunziare il Cristo risorto nella loro vita.

 

D. – Ha un valore particolare il fatto che proprio a Cipro avvenga la consegna dell’Instrumentum Laboris ai membri del Sinodo?

 

R. – E’ una grazia per il Paese. E’ veramente un momento storico. Mette in rilievo anche il ruolo di Cipro. Cipro fa parte dell’Unione Europea, però, allo stesso tempo, rappresenta l’ingresso al Medio Oriente; per questo, potrebbe essere e potrebbe avere un ruolo di ponte, di incontro tra il Medio Oriente e l’Occidente, e l’Europa. E la consegna dell’Instrumentum Laboris a Cipro avrà proprio questa dimensione e questo dà a Cipro come Chiesa, a Cipro come Nazione, a Cipro come terra ricca di significati, di simboli di storia, di culture, di cristianesimo, il suo ruolo, oggi.








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