2010-06-05 15:57:24

Congo: popolazioni del Kivu a rischio per lo sfruttamento minerario


Le attività estrattive ancora al centro di una storia di danni ambientali in Africa. Secondo la denuncia avanzata da “Rete Pace per il Congo”, organizzazione promossa dai missionari che operano nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), una società aurifera canadese sta espropriando le terre nel sud Kivu. In un documento, citato dall'agenzia Fides, si riportano alcune considerazioni sulle conseguenze che lo sfruttamento dell’oro avrà sulla popolazione locale: “La gente vive dell'agricoltura di sussistenza e dell'allevamento di bovini e caprini. Per lo sfruttamento dell'oro, la compagnia espropria le terre, unica fonte di vita per gli abitanti del posto e trasferisce la popolazione altrove. È ciò che ha già cominciato a fare a Twangiza, nella zona di Luhwinja in territorio di Mwenga. 850 famiglie sono già state costrette ad abbandonare le loro proprietà terriere”. Dato che le famiglie locali sono composte in media da sei persone, sarebbero dunque oltre 5100 le persone cacciate. 450 sono i minatori artigianali che vivono di questa attività e che perderanno la loro fonte di reddito. La maggior parte di essi sono degli ex miliziani, soldati smobilitati e altri giovani che avevano fatto del fucile un mezzo per guadagnarsi da vivere. Gli abitanti dell’area temono di essere costretti a vivere in raggruppamenti che rischieranno, a lungo andare, di diventare dei veri campi di concentramento, in cui dilagheranno la miseria e sorgeranno inevitabilmente dei conflitti che potrebbero distruggere il tessuto sociale di coabitazione e di socievolezza che ha, finora, caratterizzato il popolo del Kivu. Alle popolazioni – afferma ancora il documento – “non è riconosciuto nessuno diritto di priorità nel comprare un terreno nel quale viene riscontrata la presenza di oro, anzi rischiano di essere cacciate”. L'espulsione dei minatori artigianali dalle miniere, senza alcuna precauzione di reinserimento socioeconomico, aumenterà l'insicurezza e la criminalità, perché questi giovani costituiranno un serbatoio di reclutamento per i gruppi armati ancora attivi. La popolazione di Twangiza teme inoltre che, con l'esaurimento dei giacimenti d'oro, la società trasferisca le proprie installazioni altrove, distruggendo i posti di lavoro assicurati dalle miniere. (M.G.)








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