Unità dei cristiani, dono e appello alla missione: così il Papa nella celebrazione
ecumenica
“L’unità di tutti i discepoli di Cristo è un dono da implorare dal Padre, nella speranza
che esso rafforzi la testimonianza del Vangelo nel mondo d’oggi”: è quanto ha detto
il Papa durante la celebrazione ecumenica nella Chiesa della “Agia Kiriaki Chrysopolitissa”
a Paphos. “La comunione ecclesiale nella fede apostolica – ha proseguito - è sia un
dono, sia un appello alla missione” perché ogni cristiano “porti testimonianza profetica
al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace.
In tale contesto – ha aggiunto - l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo
dei Vescovi, che si riunirà a Roma nel prossimo ottobre, rifletterà sul ruolo vitale
dei cristiani nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e
li aiuterà a promuovere maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione”.
Ecco il testo del discorso del Papa:
Carissimi Fratelli e Sorelle
in Cristo,
“Η χάρις και η ειρήνη ας είναι πλούσια μαζί
σας” (1 Pt 1,2). Με μεγάλη μου χαρά χαιρετώ εσάς που αντιπροσωπεύετε
τις διάφορες χριστιανικές κοινότητες παροόσες στην Κύπρο. [“A voi grazia e
pace in abbondanza” (1Pt 1,2). Con grande gioia saluto voi che rappresentate le comunità
cristiane presenti a Cipro].
Ringrazio Sua Beatitudine
Crisostomo II per le gentili parole di benvenuto, Sua Eminenza Giorgio, Metropolita
di Pafos, che ci ospita, e quanti si sono impegnati per rendere possibile questo incontro.
Mi è grato, inoltre, salutare cordialmente i cristiani di altre confessioni qui presenti,
inclusi coloro che appartengono alle comunità armena, luterana e anglicana.
In
verità, è una grazia straordinaria per noi essere riuniti in preghiera in questa chiesa
della Agia Kiriakì Chrysopolitissa [chiesa della Santissima Signora Ricoperta d’Oro].
Abbiamo appena udito la lettura dagli Atti degli Apostoli, che ci ha ricordato come
Cipro fu la prima tappa dei viaggi missionari dell’Apostolo Paolo (cfr At 13,1-4).
Riservati per sé dallo Spirito Santo, Paolo, unitamente a Barnaba, originario di Cipro,
ed a Marco, il futuro evangelista, dapprima giunsero a Salamina, dove iniziarono a
proclamare la parola di Dio nelle sinagoghe. Attraversando l’isola, giunsero a Pafos,
dove, proprio vicino a questo luogo, predicarono alla presenza del proconsole romano
Sergio Paolo. Fu quindi da questo posto che il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi
in tutto l’impero e la Chiesa, fondata sulla predicazione apostolica, fu capace di
piantare radici in tutto il mondo allora conosciuto.
La
Chiesa a Cipro può giustamente andare fiera del proprio collegamento diretto con la
predicazione di Paolo, Barnaba e Marco e della comunione nella fede apostolica, che
la lega a tutte quelle Chiese che custodiscono la stessa regola della fede. Questa
è la comunione, reale, benché imperfetta, che già ora ci unisce, e che ci sospinge
a superare le nostre divisioni e a lottare per ripristinare quella piena unione visibile,
che è voluta dal Signore per tutti i suoi seguaci. Poiché, nelle parole di Paolo,
vi è “un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete
stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un
solo battesimo” (Ef 4,4-5).
La comunione ecclesiale
nella fede apostolica è sia un dono, sia un appello alla missione. Nel passo degli
Atti che abbiamo ascoltato, vediamo un’immagine dell’unità della Chiesa nella preghiera,
nell’apertura alle spinte dello Spirito alla missione. Come Paolo e Barnaba, ogni
cristiano, mediante il battesimo, è “riservato” perché porti testimonianza profetica
al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace.
In tale contesto, l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi,
che si riunirà a Roma nel prossimo ottobre, rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani
nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e li aiuterà a promuovere
maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione. Significativamente,
i lavori del Sinodo saranno arricchiti dalla presenza di delegati fraterni di altre
Chiese e Comunità cristiane dell’area, quale segno del comune impegno al servizio
della parola di Dio e della nostra apertura alla potenza della sua Grazia che riconcilia.
L’unità
di tutti i discepoli di Cristo è un dono da implorare dal Padre, nella speranza che
esso rafforzi la testimonianza del Vangelo nel mondo d’oggi. Il Signore ha pregato
per la santità e l’unità dei suoi discepoli proprio perché il mondo creda (cfr Gv
17,21). Giusto cento anni orsono, alla Conferenza Missionaria di Edimburgo, l’acuta
consapevolezza che le divisioni fra cristiani erano un ostacolo alla diffusione del
Vangelo diede origine al movimento ecumenico moderno. Oggi dobbiamo essere grati al
Signore, il quale, mediante il suo Spirito, ci ha condotto – specie negli ultimi decenni
–a riscoprire la ricca eredità apostolica condivisa da Oriente e da Occidente, e,
mediante un dialogo paziente e sincero, a trovare le vie per riavvicinarci l’un l’altro,
superando le controversie del passato e guardando ad un futuro migliore.
La
Chiesa in Cipro, che si dimostra essere come un ponte fra l’Oriente e l’Occidente,
ha contribuito molto a questo processo di riconciliazione. La via che conduce all’obiettivo
della piena comunione non sarà certamente priva di difficoltà, ma la Chiesa Cattolica
e la Chiesa Ortodossa di Cipro sono impegnate a progredire sul cammino del dialogo
e della cooperazione fraterna. Possa lo Spirito Santo illuminare le nostre menti e
irrobustire la nostra determinazione, così che insieme possiamo recare il messaggio
della salvezza agli uomini e alle donne del nostro tempo, i quali sono assetati di
quella verità che porta libertà autentica e salvezza (cfr Gv 8,32), la verità il cui
nome è Gesù Cristo!
Cari sorelle e fratelli, non posso
concludere senza evocare la memoria dei Santi che hanno adornato la Chiesa in Cipro,
in particolare sant’Epifanio, vescovo di Salamina. La santità è il segno della pienezza
della vita cristiana, di una profonda docilità interiore allo Spirito Santo che ci
chiama ad una conversione e a un rinnovamento costanti, mentre ci sforziamo di essere
sempre più conformati a Cristo nostro Salvatore. Conversione e santità sono anche
i mezzi privilegiati mediante i quali apriamo le menti e i cuori alla volontà del
Signore per l’unità della sua Chiesa. Mentre rendiamo grazie per l’incontro odierno
e per il fraterno affetto che ci unisce, chiediamo ai santi Barbara ed Epifanio, ai
santi Pietro e Paolo, e a tutti i Santi di Dio, di benedire le nostre comunità, di
conservarci nella fede degli Apostoli, e di guidare i nostri passi sulla via dell’unità,
della carità e della pace.