Un anno fa il discorso di Obama al Cairo per rilanciare il dialogo tra Occidente
e Islam
Il 4 giugno di un anno fa, il presidente statunitense Barack Obama pronunciava il
suo storico discorso all’Università Al Azhar del Cairo, per promuovere un nuovo inizio
nei rapporti tra Usa e mondo musulmano. Per tracciare un bilancio di quell’evento,
si è tenuta stamani una conferenza al Centro Studi Americani di Roma, promossa dall’Associazione
“Carità Politica”. Ha seguito l’evento per noi, Alessandro Gisotti:
Passare
dalle parole ai fatti: è l’auspicio espresso da tutti i relatori, intervenuti al Centro
studi americani, convinti che il discorso di Obama all’università Al Azhar del Cairo
rappresenti un punto di riferimento per il progresso della pace e del dialogo tra
Occidente e musulmani. Nel suo intervento, l’ambasciatore americano presso la Santa
Sede, Miguel H. Diaz, ha messo l’accento sulla ricerca di un terreno comune, ancor
più urgente dopo quanto successo a largo delle coste di Gaza. Il blitz israeliano
è stato condannato dall’ambasciatrice egiziana presso la Santa Sede, Lamia Mekhemar.
Questo tragico evento, ha detto, rende necessario implementare le esortazioni di Obama
a promuovere la cooperazione tra i popoli vincendo stereotipi e pregiudizi. Dal canto
suo, il preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica (Pisai), padre
Miguel Angel Ayuso Guixot, ha riconosciuto il valore positivo del discorso al Cairo
ed ha auspicato che si investano maggiori risorse nell’educazione alla pace. Nell’incontro,
non si è mancato di esprimere cordoglio per l’uccisione di mons. Luigi Padovese.
“Nessun
discorso o proclama potrà mai sradicare completamente una diffidenza pluriennale”,
aveva affermato il presidente Obama al Cairo un anno fa. Serve dunque passare alla
fase operativa. E’ quanto sottolinea padre Miguel Angel Ayuso Guixot, preside
del Pisai, intervistato da Alessandro Gisotti:
R.
– E’ un discorso che richiede la collaborazione di tutti. Quindi, il dialogo interculturale,
interreligioso ha bisogno di questo grande ventaglio, dove tutti hanno un ruolo da
giocare, sia a livello diplomatico che a livello politico, a livello economico, a
livello interculturale, e poi noi, uomini di religione, con le nostre rispettive comunità
cristiane, cercando di fare del nostro meglio per dare un nostro contributo affinché
si possa vivere in questa ambita pace, che tutti desideriamo, particolarmente in quei
focolai dove le tensioni sono sempre difficili da affrontare. Bisogna mettere al centro
di tutto questo discorso l’essere umano, la dignità umana. Di conseguenza ogni essere
umano deve essere capace di scoprire, in un mondo sempre più globalizzato, questa
necessità di collaborare.
D. – Questo
discorso di Obama al Cairo è appunto un nuovo inizio, un inizio che deve essere proseguito
con buona volontà...
R. – Evidentemente
è un discorso che deve avere un seguito e che deve coinvolgere, come dicevo precedentemente,
tutti. Ogni persona deve collaborare e fare del suo meglio per creare questa armonia,
in un mondo ferito che ha queste medicine del dialogo, dell’intesa e in cui viene
inserito anche il discorso del presidente Barack Obama.