In Italia 2 milioni di giovani a rischio alcol, 650 mila sotto gli 11 anni
In Italia più di 650 mila giovani cominciano a bere a 11 anni: è il dato allarmante
emerso dagli studi dell’osservatorio nazionale dell’Arcat (Associazione Regionale
dei Club degli Alcolisti in Trattamento) nel corso del convegno: “Alcol e minori.
Oltre l’emergenza”. Un’ occasione per fare il punto sulla diffusione di questo fenomeno
ma anche per sviluppare iniziative di promozione della salute e del benessere delle
giovani generazioni. Il servizio di Cecilia Seppia:
Cominciano
con il consumare bevande alcoliche saltuariamente a 11-12 anni, già a 15, alcuni diventano
alcolizzati. In Italia su nove milioni di persone a rischio, 1 milione e mezzo sono
giovani non ancora maggiorenni, per lo più maschi, con basso grado di scolarità, figli
di genitori disoccupati o a basso reddito, ma l’abuso dell’alcol spopola sempre di
più anche tra i giovanissimi benestanti, vittime dei cosiddetti soft drink, prodotti
creati a posta per soddisfare i loro gusti. L’80% consuma alcol prevalentemente nella
notte di sabato: 6 cocktail in 2 ore, per un rituale pericoloso ma sempre più di moda
il cosiddetto Binge-Drinking: qui non si parla di bere alcol ma di usarlo ai fini
dello sballo, ovvero come una droga. Sentiamo il prof. Emanuele Scafato,
direttore Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità:
“Sapere
che ci sono all’incirca 650 mila minori che ricevono bevande alcoliche dagli adulti
o che se le procurano, chiaramente, è qualcosa che ci preoccupa perché questo significa
che sono mancati nel tempo quei fattori di protezione, anche di controllo formale
e sociale. Quindi, oggi come oggi, i ragazzi più che bere o gustare quello che fanno,
usano l’alcol per le finalità che loro stesso desiderano sperimentare in termini di
comportamenti. L’alcol è un lubrificante sociale, è qualcosa che disinibisce, oppure
che, bene o male, può consentire delle relazioni sociali più agevolate. Quindi, è
un fenomeno che assolutamente va contrastato in tutte quelle modalità che consentano
un facile accesso dei giovani alle bevande alcoliche. Sono tutti fenomeni che hanno
una natura commerciale e che non hanno nulla a che fare con la tutela dei minori”.
I
giovani che fanno uso di alcol non sanno che questa sostanza tossica provoca l’insorgere
di patologie importanti legate al sistema nervoso: la perdita della memoria, di capacità
cognitive, per le donne anche vari tipi di tumori, come quello del seno. Tra i giovani
l’alcol resta anche tra le prime cause di morte sulla strada: il 40% degli incidenti
stradali è provocato da persone ubriache al volante. Per contrastare questa emergenza,
bisogna fare leva sulla prevenzione, sull’azione educativa, sull’applicazione delle
normative europee: come quella che prevede il divieto di vendere e somministrare alcolici
ai minori di 18 anni e non di 16 come in Italia. Bisogna inoltre sviluppare un coinvolgimento
attivo della società a cominciare dalle famiglie e dalla scuola, e puntare alla tutela
della salute, scavalcando le logiche economiche del profitto.