L’Onu critica l’uso dei droni da parte della Cia. "Non difende il diritto alla vita"
Presentato oggi a Ginevra un rapporto critico dell'Onu sul programma sviluppato dalla
Cia di utilizzo dei droni, aerei telecomandati, contro militanti islamici. Le uccisioni
eseguite dai piloti tramite schermi computer e dati audio a distanza possono infatti
indurre una 'mentalita' da Playstation', stile video-gioco, dove si perde il valore
della vita umana, ammonisce il relatore l'australiano Philip Alston. Lo studio di
29 pagine, - riferisce l'agenzia Misna - commissionato dal Consiglio per i Diritti
Umani dell'Onu, esorta gli Stati Uniti ad esercitare maggiori controlli nell'uso degli
aerei senza pilota in aree come il Pakistan e lo Yemen, sottolineando che il controllo
di tale operazioni dovrebbe essere affidato in ogni caso da membri delle Forze armate
Usa vincolati al rispetto delle norme di guerra. La Cia ha incrementato negli ultimi
anni i suoi attacchi con aerei senza pilota contro persone sospette di militare per
Al Qaida o per i Talebani. Pochi giorni fa è emerso che un drone della Cia ha ucciso
in Pakistan il numero tre di Al Qaida. Questo sviluppo, secondo il rapporto, ha portato
alla morte di centinaia di persone compresi civili innocenti. ''Le agenzie di intelligence,
che per definizione mirano ad operare in clandestinità e sono legate a responsabilità
solo nei confronti dei loro capi, non dovrebbero gestire programmi che possono uccidere
persone in altri Paesi'', indica ancora il rapporto. ''Gli Stati Uniti sembrano ignorare
le conseguenze della loro crescente espansione del presunto diritto di prendere di
mira persone ovunque nel pianeta”, denuncia il rapporto, concludendo che “questa 'licenza
di uccidere' senza dover rendere conto a nessuno può danneggiare gravemente le leggi
esistenti per proteggere il diritto alla vita e prevenire esecuzioni extra-giudiziarie''.
(R.G.)