2010-06-03 16:34:08

L’Onu critica l’uso dei droni da parte della Cia. "Non difende il diritto alla vita"


Presentato oggi a Ginevra un rapporto critico dell'Onu sul programma sviluppato dalla Cia di utilizzo dei droni, aerei telecomandati, contro militanti islamici. Le uccisioni eseguite dai piloti tramite schermi computer e dati audio a distanza possono infatti indurre una 'mentalita' da Playstation', stile video-gioco, dove si perde il valore della vita umana, ammonisce il relatore l'australiano Philip Alston. Lo studio di 29 pagine, - riferisce l'agenzia Misna - commissionato dal Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu, esorta gli Stati Uniti ad esercitare maggiori controlli nell'uso degli aerei senza pilota in aree come il Pakistan e lo Yemen, sottolineando che il controllo di tale operazioni dovrebbe essere affidato in ogni caso da membri delle Forze armate Usa vincolati al rispetto delle norme di guerra. La Cia ha incrementato negli ultimi anni i suoi attacchi con aerei senza pilota contro persone sospette di militare per Al Qaida o per i Talebani. Pochi giorni fa è emerso che un drone della Cia ha ucciso in Pakistan il numero tre di Al Qaida. Questo sviluppo, secondo il rapporto, ha portato alla morte di centinaia di persone compresi civili innocenti. ''Le agenzie di intelligence, che per definizione mirano ad operare in clandestinità e sono legate a responsabilità solo nei confronti dei loro capi, non dovrebbero gestire programmi che possono uccidere persone in altri Paesi'', indica ancora il rapporto. ''Gli Stati Uniti sembrano ignorare le conseguenze della loro crescente espansione del presunto diritto di prendere di mira persone ovunque nel pianeta”, denuncia il rapporto, concludendo che “questa 'licenza di uccidere' senza dover rendere conto a nessuno può danneggiare gravemente le leggi esistenti per proteggere il diritto alla vita e prevenire esecuzioni extra-giudiziarie''. (R.G.)








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