Gli imprenditori cristiani discutono a Terni di etica nel mondo economico e finanziario
Le crisi finanziarie, gli attacchi degli speculatori alla Grecia hanno messo in luce
la necessità di una maggiore etica nel fare impresa. Ieri, il presidente della Commissione
europea, José Manuel Durao Barroso, ha detto di ritenere che all'interno dell'Ue si
sia finalmente arrivati ad un consenso sulla necessità di regolamentare le agenzie
di rating. Un insegnamento importante, affinché prevalgano i valori, viene
dalla Dottrina sociale della Chiesa. Sul ruolo degli industriali, l’Ucid, l’Unione
Cristiana Imprenditori e Dirigenti, ha organizzato, nel pomeriggio a Terni, un convegno.
Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dell’Ucid, Angelo Ferro.
R.
– Se il profitto è accompagnato, come risultato economico, da efficienza e di efficacia,
e va riversato al bene comune, abbiamo bisogno del profitto per fare il bene comune.
Non lo vedrei in modo antitetico, perché sarebbe come mettere in contrasto solidarietà
ed efficienza. Dobbiamo essere il più possibile efficienti ed efficaci per poter fare
meglio e di più solidarietà. Allora, queste crisi hanno messo in risalto questo, però
la strada per superare queste crisi purtroppo finora non dimostra di seguire l’insegnamento
del Papa, che dice: “Non c’è intelletto e poi amore, ma c’è l’intelletto ricco di
amore e l’amore pieno di intelletto”. Insieme. E cioè, c’è il profitto e il bene comune.
D.
– Non ritiene che a livello internazionale siano mancate delle regole precise, che
in qualche modo salvaguardassero anche le parti più deboli della società?
R.
– Noi dobbiamo sviluppare sempre di più la bellezza dei valori. Noi siamo l’Europa
delle regole, e gli altri non vogliono questa Europa, perché vogliono correre in modo
diverso. Noi siamo frutto di regole che sono frutto di una società che non aveva innovazione
continua, che non aveva una globalizzazione pervasiva. Oggi viviamo in questo scenario.
Dobbiamo avere allora la forza di dire: “Con questi valori raggiungiamo meglio il
senso della nostra esistenza, il senso della nostra vita”.
D.
– Lei ritiene che le crisi finanziarie in qualche modo abbiano riproposto anche la
validità della Dottrina sociale della Chiesa?
R.
– La Dottrina sociale della Chiesa è fondamentale, perché ti dice: non puoi lasciare
che si scatenino forze di tali dimensioni egoistiche solo per rispettare la libertà,
perché la libertà va attuata nella verità. E la verità è che serve la dinamica finanziaria
per una dinamica economica che rispetti dell’uomo. E’ questa la legalità del circuito.
Non finanza fine a se stessa. non le fabbriche dei soldi. Noi siamo abituati a fare
ricchezza con il lavoro. In questo senso, la dimensione della Chiesa è forte. Rubare
non è solo commettere il furto: rubare è anche lasciare che si formino forze così
indomite da distruggere i risparmi, da distruggere i posti di lavoro, da avvilire
tutto per una speculazione a breve.