I vescovi del Senegal: dialogo, perdono e giustizia per porre fine alla crisi nel
Casamance
Un invito ai sacerdoti e agli uomini di Chiesa a tornare ai valori supremi del sacerdozio
di Cristo: lo hanno rivolto i vescovi del Senegal al termine della seconda sessione
ordinaria della Conferenza episcopale che si è svolta dal 25 al 30 maggio a Dakar
e che ha riunito anche i presuli della Mauritania, della Guinea Bissau e del Capo
Verde. Fra i temi più discussi quello della pedofilia e la realtà del Casamance. All’incontro
ha preso parte il nunzio apostolico, mons. Luis Mariano Montémayor, che ha esortato
i vescovi a vegliare sulla Chiesa del Senegal perché non si verifichino abusi su minori.
Circa la situazione nel Casamance i presuli chiedono che il dialogo e le negoziazioni
possano portare alla pace e alla fine della crisi nella regione. “A tutti i sacerdoti,
religiosi, religiose e laici, chiediamo solennemente che, tutti i giorni, nelle chiese,
nelle famiglie e nelle scuole, si preghi per la pace nel Casamance” ha detto il vescovo
di Tambacounda, mons. Jean Noël Diouf. I vescovi hanno anche sottolineato quanto importante
sia costruire una pace giusta e definitiva, basata sulla verità, sulla giustizia e
sulla riconciliazione. “Se non accettiamo di fare un passo nella direzione dell’altro,
di sederci allo stesso tavolo per ascoltarci reciprocamente, se non accettiamo di
perdonarci gli uni gli altri, lasciandoci penetrare dallo ‘splendore della verità’
che libera, se non rinunciamo alla logica della guerra e della violenza, non potrà
esserci pace tra noi” ha evidenziato mons. Diouf. Anche il cardinale Théodore Adrien
Sarr, arcivescovo di Dakar, ha rimarcato che non può esserci pace senza equità, verità,
giustizia e solidarietà. Nel Casamance, hanno ricordato i vescovi, la gente è stanca
della guerra e desidera la pace perché la regione possa conoscere lo sviluppo. Nel
corso dell’assemblea i vescovi della Provincia ecclesiastica di Dakar hanno deciso
di pubblicare ad ottobre un documento di lavoro sulle responsabilità dei pastori di
anime, per analizzare gli aspetti positivi e negativi di quanto è stato fatto in questi
ultimi 50 anni. (T.C.)