2010-06-01 15:31:05

La condanna dell’Onu per gli atti di Israele contro la flotta pacifista diretta a Gaza


Il Consiglio dei diritti umani dell'Onu ha indetto per oggi pomeriggio una riunione urgente sull'attacco israeliano alla flottiglia di aiuti umanitari diretta a Gaza, che è costata la perdita della vita di 10 persone e molti feriti. Questa sera il primo ministro turco Tayyip Erdogan parlerà al telefono con il presidente Usa, Barack Obama, ed insieme discuteranno degli ultimi sviluppi della vicenda in cui è stata coinvolta innanzitutto la nave turca. Stanotte si è pronunciato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ce ne parla nel servizio Fausta Speranza:RealAudioMP3

“Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è profondamente dispiaciuto per la perdita di vite umane e per i feriti provocati dall'uso della forza durante l'operazione militare israeliana in acque internazionali contro la flottiglia che stava navigando verso Gaza". Sono queste le parole che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha messo nero su bianco dopo la riunione straordinaria di oltre dodici ore. C’è una condanna per gli atti sfociati in violenze, che qualcuno avrebbe voluto articolata diversamente, e ci sono richieste ad Israele: rilascio immediato di navi e civili trattenuti; accesso delle rappresentanze diplomatiche per recuperare i cadaveri e i feriti il prima possibile; la rassicurazione che gli aiuti umanitari giungano a destinazione. L’Onu inoltre chiede un'inchiesta completa sugli eventi ma torna anche a chiedere la piena applicazione delle Risoluzioni 1850 e 186. Il grave episodio di ieri ha avuto luogo quando stavano entrando nel vivo i negoziati indiretti per la ripresa del processo di pace israelo-palestinese. La preoccupazione è che dopo il lungo stallo dal 2008 si ripiombi nell’impasse. Intanto, ogni Paese si occupa dei connazionali trattenuti: gli italiani, che sono sei e non 4 come precedentemente detto, potranno incontrare solo oggi i rappresentanti del Consolato italiano a Tel Aviv. Insieme, con altri di altre nazionalità sono detenuti in Israele in attesa della pronuncia di un tribunale, essendosi opposti all’immediato provvedimento amministrativo di rimpatrio. Resta da dire che Israele continua a difendere l’azione militare come l’unica possibile di difesa vista l’accoglienza violenta al primo soldato sbarcato su un’imbarcazione. E che gli attivisti giurano: nessuno era armato". 

Dunque, una condanna unanime ed un’inchiesta internazionale “rapida ed autorevole” sono le richieste che giungono dalle cancellerie di tutto il mondo e dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Gabriella Ceraso ha raccolto il parere di Maria Grazia Enardu, docente Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università di Firenze.RealAudioMP3

R. - La condanna è stata unanime, sia pure con una gamma di distinguo, perché l’unica speranza di rimettere davvero in moto il processo di pace non può affondare per questo tipo di azione assolutamente unilaterale. Dall’Europa agli Stati Uniti, a - naturalmente - il mondo arabo e islamico questo c’è stato ed è stato molto pesante. Per quanto riguarda la richiesta di un’indagine in ambito Onu questa è non solo importante, ma è anche una doppia perdita per Israele, che chiaramente considera le inchieste internazionali come una diminuzione della propria sovranità. Ma c’è anche un’altra ragione: oggi pomeriggio si occuperà della questione il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti internazionale, che è stato l’organo che ha dato vita alla Commissione “Goldstone” sull’offensiva di Gaza di quasi due anni fa e che ha causato in Israele reazioni estremamente negative.

 

D. - A livello internazionale si dice ora che Netanyahu ed Israele siano più isolati, ma c’è anche il rischio di una delegittimazione interna?

 

R. - Non credo, perché il governo Netanyahu ha - a modo suo - una maggioranza piuttosto ampia e non saranno certo i partiti di estrema destra ad andarsene in queste circostanze. Potrebbero, in teoria, andarsene i laburisti. Se si tiene conto che il ministro della Difesa è un laburista e che naturalmente difenderà sia l’azione militare, sia la decisione politica che l’ha causata. Paradossalmente tutto questo rafforza la coalizione di Netanyahu.

 

D. - Altro fonte caldo è il rapporto Israele-Turchia, che si è spezzato con questo episodio. Quali le conseguenze, pensiamo soprattutto all’Iran?

 

R. - Turchia ed Iran sono Paesi molto diversi ed anche molto sospettosi l’uno dell’altro, anche se a volte possono convergere su questioni tattiche. Certo per Israele perdere la Turchia è uno scacco politico enorme: la Turchia era l’unico Paese musulmano con cui Israele aveva rapporti assai cordiali e questo anche a livelli operativi importanti. Inoltre la Turchia con il suo aggancio dentro l’Europa, alla Nato era un fattore di stabilità preziosissimo. 

 

Elezioni in Egitto

Urne aperte oggi in Egitto per il rinnovo parziale della Camera alta. Uno scrutinio che dà il via ad una lunga serie di appuntamenti elettorali per il Paese che, dopo le legislative del prossimo autunno, sfoceranno nelle presidenziali del 2011. Cresce intanto l’attesa per verificare il risultato del maggiore partito di opposizione rappresentato dai Fratelli Musulmani, che al momento occupano 88 seggi nella Camera Bassa, mentre restano esclusi da quella alta. Ad influenzare l’andamento del voto tuttavia potrebbe essere l’attuale situazione di crisi nella regione mediorientale. Stefano Leszczynski ne ha parlato con Abed Fath Ali, giornalista esperto di politica mediorientale:RealAudioMP3

R. - Le aspettative dell’opposizione - principalmente quella dei Fratelli Musulmani - è quella di entrare in questo Consiglio consultivo che in realtà in passato è sempre stato appannaggio esclusivo del partito al potere e ai partiti tradizionali, che sono tutti un pò accettati dal regime egiziano. È evidente: se un’eventuale affermazione dei fratelli musulmani che prospettano - sono notizie di oggi, dalla loro guida spirituale generale - che entrino sette candidati dei loro 14 proposti, potrebbe rappresentare un banco di prova importante per le elezioni presidenziali del 2011.

 

D. - Anche perché potrebbe uscire definitivamente di scena l’attuale presidente Mubarak, che ha dominato la scena politica egiziana degli ultimi decenni…

 

R. - Le elezioni presidenziali dell’Egitto sono forse quelle più importanti per l’intera area del Medio Oriente. Ricordiamo che l’Egitto, in pratica, è il Paese più popoloso tra i Paesi arabi del Medio Oriente. Rappresenta circa un terzo della popolazione araba nel suo insieme e comunque ha un’incidenza importantissima sugli equilibri di quell’area. Ricordiamo il rapporto di pace che ha con Israele, che ha contribuito moltissimo anche a far riuscire l’embargo israeliano su Gaza.

 

D. - Quindi, i Fratelli Musulmani potrebbero avere un riscontro elettorale per la tensione che si è venuta a creare nell’area?

 

R. - Decisamente, sì. È un fatto a loro favore, si sentono già i commenti sulle tv satellitari arabe come Al Jazeera, Al Arabiya, che invitano la gente ad andare a votare per dare il voto ai propri candidati, anche se in realtà il partito dei Fratelli Musulmani - che è un partito vero e proprio - è vietato per legge. Tuttavia, i suoi candidati sono decisamente riconducibili a questo gruppo fondamentalista che è, in assoluto, il più antico del mondo islamico. 

 

In Iran arrestati due giornalisti di testate riformiste

Due giornalisti iraniani, che lavorano per giornali riformisti, sono stati arrestati a meno di due settimane dal primo anniversario della contestata rielezione del presidente Ahmadinejad, secondo quanto rivela il sito dell'opposizione Rahesabz.net. “Azam Veisameh e Mahbubeh Khansari sono stati arrestati dagli agenti dei servizi verso mezzanotte”, scrive il sito, aggiungendo che i loro domicili sono stati perquisiti e i loro computer confiscati. Dopo le elezioni presidenziali del 12 giugno 2009, i cui risultati vennero contestati dall'opposizione, migliaia di persone furono arrestate. La maggior parte di esse sono state scarcerate, ma alcune centinaia di oppositori, giornalisti e attivisti sono stati condannati a pesanti pene detentive.

 

Afghanistan: Al Qaeda annuncia la morte del suo capo

Al Qaeda ha annunciato la morte del suo capo Abu al-Yazid. Lo riferisce il centro di sorveglianza americano "Site", che monitora i siti web islamici. Secondo l'intelligence americana Yazid, considerato il numero 3 di Al Qaeda, sarebbe rimasto ucciso la scorsa settimana in una zona tribale pakistana insieme alla moglie, tre dei suoi figli, suo nipote ed altre persone. Abu al-Yazid, 56 anni, di nazionalità egiziana, è stato uno dei fondatori dell'organizzazione terroristica di Osama Bin Laden del quale era il cognato.

 

Pakistan: attacco ad un ospedale, 12 morti

Strage nella notte scorsa nel più grande ospedale di Lahore, a Nord del Pakistan. Secondo il racconto dei sopravvissuti, tre o quattro uomini pesantemente armati hanno fatto irruzione sparando all'impazzata e uccidendo almeno 12 persone. Nell'ospedale sono ricoverate decine di persone ferite venerdì scorso nell'attacco armato a due moschee della città, finito con il tragico bilancio di 80 morti e 110 feriti.

 

Turchia: golpe fallito, arrestato l’ex ministro della Giustizia

Le autorità turche hanno arrestato l'ex ministro della Giustizia Seyfi Oktay e altre 22 persone perchè ritenute coinvolte in Ergenekon, una presunta organizzazione segreta nazionalista che avrebbe tentato di rovesciare il governo del Partito di radici islamiche "Giustizia e Sviluppo" (Akp) del premier Tayyip Erdogan. Perquisite 15 abitazioni ad Ankara e Istanbul.

 

Unione Europea: nuovo record per la disoccupazione

Nuovo record per la disoccupazione della zona Euro che ad aprile sale al 10,1%, dopo il 10% registrato a marzo. Si tratta del livello più elevato dall'agosto 1998. Nell'intera Ue la disoccupazione si è attestata al 9,7%, in Italia è all'8,9%. È quanto emerge dai dati dell’Eurostat che segnala la crescita dei senza lavoro in Spagna, Portogallo e Italia. La nuova ricerca sull'andamento del mercato del lavoro conferma anche la crescita del tasso di disoccupazione giovanile. In questo settore si registrano i dati più allarmanti: ad aprile, in Italia, risulta pari al 29,5%, con un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,5 punti percentuali rispetto ad aprile 2009. L'Istat sottolinea che si tratta del dato più elevato da quando esistono le serie storiche mensili, ovvero dal 2004.

 

Il presidente Ue, Rompuy, esprime preoccupazione per i diritti umani in Russia

Il presidente stabile del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha espresso “viva preoccupazione” per la situazione dei diritti umani in Russia, durante la conferenza stampa finale del vertice tra Mosca e Bruxelles. “La situazione dei difensori dei diritti dell'uomo e dei giornalisti in Russia è una fonte di viva preoccupazione per l'opinione pubblica europea in generale”, ha dichiarato Van Rompuy.

 

Guatemala: cresce il bilancio delle vittime della tempesta tropicale

Si continua ad aggiornare il bilancio della prima tempesta tropicale abbattutasi quest'anno nell'America centrale, e battezzata 'Aghata': ha provocato 142 morti, 118 dei quali solo in Guatemala dove peraltro si contano almeno 53 dispersi. I bilanci provvisori delle autorità locali indicano altre 15 vittime in Honduras e 9 nel Salvador. Mentre le forti piogge continuano ad imperversare, si registrano ingenti danni: migliaia di case ed edifici pubblici, ponti e strade sono stati distrutti o semidistrutti soprattutto da smottamenti di terra. Elevatissimo il numero degli evacuati: oltre 120 mila in Guatemala, 11 mila nel Salvador e 3.500 in Honduras.

 

Marea nera: Obama incontrerà oggi i capi della commissione d’inchiesta

Oggi, il presidente Barack Obama incontrerà gli esponenti della commissione investigativa sulla marea nera del Golfo del Messico, che indaga sulle cause del disastro ecologico provocato dall'affondamento della piattaforma della Bp. Sabato è stato annunciato il fallimento del tentativo di cementare la bocca del pozzo "Deepwater Horizon" che è all'origine della peggiore catastrofe ecologica nella storia degli Usa. La speranza è ora l’operazione denominata “Lower Marine Riser Package”, in sostanza un "cappuccio" da posizionare sopra la supervalvola e collegato ad una nave di appoggio in superficie. Ma il piano viene ora modificato per l'arrivo di uragani: al manifestarsi del fenomeno, la bretella deve potersi scollegare per poi ricollegarsi una volta passato il pericolo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Michela Altoviti)

 

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 152 

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