Richiamo dell'arcivescovo di Canterbury agli episcopaliani Usa
Un richiamo all’armonia e al dialogo per salvaguardare lo spirito della Comunione
anglicana è stato lanciato dall’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, in occasione
del messaggio di Pentecoste di cui dà notizia l’Osservatore Romano. Il particolare,
il primate anglicano ha voluto rivolgersi alla comunità degli episcopaliani che hanno
appena consacrato a vescovo della diocesi di Los Angeles il reverendo Canon Mary Glasspool,
con dichiarata tendenza omosessuale. “L'elezione - ha detto il primate durante l'ultimo
incontro, a Singapore, dell'Anglican Global South to South Encounter - apre questioni
molto serie, non solo per la Chiesa episcopaliana e il suo posto nella Comunione anglicana,
ma per l'intera Comunione”. A tale riguardo, l'arcivescovo ha ribadito che la Comunione
anglicana "sta attraversando un periodo di transizione". Rivolgendosi a circa 77 milioni
di fedeli sparsi nel mondo, ha riconosciuto che si è giunti “a un punto della nostra
vita comune nel quale le difficoltà di comunicare e la fragilità delle relazioni hanno
creato un vero clima di sfiducia". È un richiamo all'unità sostanziale e non soltanto
formale quello che il primate ha evidenziato nel messaggio: "Mantenere l'unità a
un livello formale, mentre siamo convinti che le divisioni sono non soltanto profonde,
ma anche dannose per le nostre missioni a livello locale, non è una buona cosa; e
neppure è una buona cosa allontanarci gli uni dagli altri in maniera così drammatica,
senza vedere Cristo in noi". Il rischio, secondo l'arcivescovo, è quello della creazione
all'interno della Comunione di comunità autoreferenziali e di perdere quell'unità
profonda che trae forza solo dalla Parola. Entrando nel merito delle discussioni sorte
dopo l'elezione del reverendo Glasspool a vescovo, l'arcivescovo ha quindi indicato
due precise proposte per quelle Province della Comunione che si pongono in contrasto
con le tre moratorie approvate dalla Comunione anglicana nel 2004: la prima riguarda
il divieto di celebrare cerimonie religiose per la benedizione di unioni tra persone
dello stesso sesso; la seconda, il divieto di consacrazione di vescovi che vivono
in unione con persone dello stesso sesso; la terza l'impossibilità di un vescovo anglicano
di autorizzare ministeri nel territorio di un'altra diocesi, senza una precisa autorizzazione".
In tale quadro, il primate ha puntualizzato che "quando le Province rifiutano di accettare
le richieste o gli avvisi degli organi consultivi della Comunione anglicana, è difficile
accettare che esse possano continuare a mantenere il ruolo rappresentativo della stessa
Comunione nel mondo". Nello specifico le due proposte avanzate pongono precisi limiti
al ruolo rappresentativo delle Province: “I membri di quelle Province che non sono
d'accordo con le tre moratorie, non dovrebbero continuare a partecipare ai colloqui
formali ecumenici nei quali la Comunione è impegnata. Al sinodo generale di York,
in programma a luglio, si discuterà di un'altra questione rilevante: il documento
messo a punto dal "comitato di revisione della Chiesa d'Inghilterra" sul progetto
degli anglicani inglesi di consacrare donne vescovo. (M.G.)