L'Onu: resta l'Africa il continente più povero del mondo
E’ appena stato pubblicato il rapporto del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo
2009, dal quale emerge ancora una volta la drammatica situazione dell’Africa riguardo
ai livelli di povertà estrema che affliggono il continente. La lista dei 24 Paesi
con l’indice di sviluppo più basso del mondo, ad eccezione di Afganistan e Timor est,
è formata da paesi africani, tutti dell’area subsahariana: Niger, Sierra Leone, Repubblica
Centroafricana, Mali, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Burundi,
Guinea-Bissau, Mozambico, Etiopia, Guinea, Liberia, Gambia, Ruanda, Senegal, Eritrea,
Zambia, Costa d’Avorio, Benin, Malawi e Togo. Il continente africano - riferisce l'agenzia
Fides - possiede grandi ricchezze naturali ed un enorme potenziale umano, garantito
dalla giovane età della popolazione, formata al 70% da persone che hanno meno di 30
anni. Tuttavia leggi commerciali sfavorevoli, interessi economici di imprese occidentali
e alti livelli di corruzione interna, impediscono all’Africa di raggiungere gli indici
di sviluppo che le spettano di diritto. La crisi finanziaria globale che sta colpendo
in misura diversa tutti i Paesi del mondo, in Africa ha avuto come conseguenza un
aumento della fame e della povertà. Su 28 milioni di dollari pattuiti nel 2005 dai
Paesi del G8 a Gleneagles, da distribuire in Africa entro il 2010, finora secondo
l’ONU e l’Unione Africana, sono stati raggiunti 9.500 milioni. A questo riguardo gli
esperti hanno sottolineato il fatto che lo sviluppo dell’Africa non può nè deve dipendere
solo dagli aiuti esterni. La responsabilità spetta agli africani. Oltre a mettere
in atto veri e propri cambiamenti nelle strutture sociali e di governo, nelle quali
prevalgono modelli arcaici e poco affidabili, con indici di corruzione molto elevati,
gli africani hanno bisogno di materializzare gli aiuti esterni in sviluppo e progresso
sociale, favorendo innanzitutto il settore agricolo, che aumenterebbe le entrate e
soprattutto garantirebbe la sicurezza alimentare in un continente dove più del 30%
della popolazione soffre la fame. Tra i gruppi di sostegno maggiormente impegnati,
l’organizzazione cattolica di volontari Manos Unidas ha già approvato nel continente
61 progetti di sviluppo, con un investimento di 2.491.631 euro nei settori agricolo,
sanitario, sociale, dell’istruzione, in Benin, Repubblica Democratica del Congo, Burkina
Faso, Rwanda, Burundi, Senegal, Camerun, Sierra Leone, Costa d’Avorio, Somalia,Ghana,
Sudan, Kenya, Tanzania, Madagascar, Togo, Malawi, Uganda, Mali, Zambia, Marocco, Zimbabwe,
Mauritania, Mozambico, Nigeria. (R.P.)