2010-05-31 16:05:36

Altri Mondiali: al via il mondiale di calcio alternativo tra le baraccopoli africane


Parte oggi la singolare iniziativa “Altri Mondiali”: un viaggio che alcuni ragazzi italiani e africani affronteranno insieme a bordo di un “matatu”, il tipico pulmino africano, attraverso 9 Paesi del continente alla scoperta del calcio vero e pulito, quello delle baraccopoli. Il “matatu” porterà con sé tutto il necessario per improvvisare partite di calcio contemporaneamente a quelle che vengono giocate negli stadi. E la finale, infatti, sarà a Johannesburg, in Sudafrica, l’11 luglio, lo stesso giorno della finale della Coppa del mondo. Al microfono di Roberta Barbi, il direttore dell’associazione promotrice "Altro Pallone", Michele Papagna, presenta l’iniziativa:RealAudioMP3  

R. – La campagna “Altri Mondiali Matatu” è alla quarta edizione. Il meccanismo è questo: ogni quattro anni, quando ci sono i Mondiali, inventiamo qualcosa che riesca a far parlare, a vivere e a documentare un’alterità che c’è nel mondo. In questo caso ho visto che è la prima volta dell’Africa, non solo del Sud Africa ed abbiamo deciso di sfidare i Mondiali con un mezzo che è popolarissimo in Africa, che è il “Matatu”: nel nostro caso si tratta di un pulmino che parte da Nairobi ed arriva poi a Johannesburg, per le finali. 

D. - Perché portare il calcio nelle baraccopoli? Per voi lo sport è strumento di integrazione sociale e di svago o di aggregazione giovanile?

 

R. - Innanzitutto va ricordato che il gioco del calcio è un gioco. Non sono nati prima gli stadi e poi il pallone ma è nato prima il pallone, un pallone di stracci, con cui magari si giocava sulla terra battuta, dentro i cortili, gli oratori, le metropoli e le baraccopoli. Prima viene il gioco del calcio e poi vengono i Mondiali. Il calcio è un elemento di aggregazione sociale e giovanile.

 

D. - I Mondiali 2010 sono davvero un’occasione per l’Africa?

 

R. - Pensiamo proprio di sì. Ci si lamenta sempre quando ci sono i grandi eventi ma un grande evento va al di là del fatto che ci siano gli stadi e le costruzioni. Un grande evento è una grande passione, una grande speranza, un grande sogno e in questo caso, per l’Africa, è vitale, perché riconosce alle giovani generazioni dell’Africa il fatto di essere riusciti ad organizzare un grande evento che sia proprio africano. Per il Sud Africa è fondamentale, ha un significato particolare: c’è la liberazione, la lotta all’apartheid, la lotta contro la discriminazione razziale. Magari in Italia questo non si sa molto: a Nairobi e in tutto il Kenya l’elezione di Barack Obama è stata salutata come l’elezione di un kenyano. Quindi il discorso del sogno, della speranza, dello sperare: "Puoi farcela!”, è una cosa che ha lasciato una traccia molto importante.

 

D. - “Altro Pallone” per che squadra tifa?

 

R. - “Altro Pallone” tifa per il gioco del calcio. Certamente teniamo per la squadra dell’Italia e per le squadre dell’Africa, perché se una squadra africana arrivasse in finale sarebbe un evento clamoroso.








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