I vescovi Usa: la legge antidiscriminazioni sul lavoro viola la libertà religiosa
I vescovi degli Stati Uniti hanno espresso, in una lettera inviata ai membri del Congresso,
le loro forti riserve sulla nuova legge contro le discriminazioni nei posti di lavoro
che verrà esaminata a giugno dalla Camera dei Rappresentanti. Presentato lo scorso
autunno e rimasto fermo per diversi mesi al Congresso, l’”Employment Non-Discrimination
Act” (Enda) aggiunge ai motivi di discriminazione previsti dalla normativa attuale
anche quelli dovuti all’orientamento sessuale. Secondo i vescovi – riferisce l’agenzia
Cns -, cosi come è formulato il testo “metterebbe a repentaglio la libertà religiosa
della Chiesa di vivere la propria fede nella società di oggi”. Esso potrà infatti
essere usato, ad esempio, per giustificare il riconoscimento legale dei matrimoni
omosessuali. “Non possiamo appoggiare una proposta che tutela qualsiasi condotta sessuale
fuori dal matrimonio”, afferma la missiva, ricordando la distinzione che la Chiesa
fa tra la persona omosessuale, sempre da rispettare, e gli atti omosessuali, da non
approvare. Il rischio dunque è che la legge proposta venga “usata per punire come
discriminatorio quello che insegna la Chiesa”. Di qui la richiesta di inserire norme
che tutelino la libertà religiosa. “Come ogni altro gruppo nella nostra società -
sottolineano infatti i vescovi - la Chiesa cattolica ha gli stessi diritti costituzionali
di sostenere le proprie convinzioni, organizzarsi attorno ad essi e argomentarli nell’arena
pubblica. Ciò comprende il diritto di insegnare la sua la verità sul comportamento
omosessuale e quindi, come datore di lavoro, di agire in conformità con tale verità
senza la minaccia di sanzioni da parte delle autorità ”, afferma la lettera. Da parte
loro, i vescovi americani si dicono disposti a considerare un testo che protegga le
persone con inclinazioni omosessuali da discriminazioni ingiuste. (L.Z.)